GARZONI - La piazza universale - 1589
V 1 \ ì V E R S U L E. 2 4 ? ffihìtiitdronoqucUctregìone, finche fiotto'Mose furondiferuitù canati} efiì Egitti] molte cofe apprefiro daloro della diurna fapien%a, le quali poi nelle memorie loro riff>ofern,®comepropries'ufirparono. Quc-lo d'imo- frano chiaramente ificrhti di Mercurio Trimegislo p la molta co formiti che hanno con quelli di Mosè.St apropofito di ciòleuoci cofiì venerande, &fiacre, le quali ricorda lamb lieo nel libro de'Misteri] Egitti]' cioè. \CTH07* 7 , AMETH, ®AMVN, fono voci dalla lingua finta difieje; Iambiica. ®in ciòfi. dichiara, che gli Egitti] vollero efiere imitatori dell'altiffima fa fienxadegli Hebrei, deferiuendoin quelle notel'occulta filofofia di tanti misteri] in ejfe,&per efife comprefi. (fi fon di quclli,che penfino gli Egit– ti] no hauer hauuto altre letteee. che qfie note;ma Thefco Ambrofio Cano nico "Regolare Lateranefe huomo di fimofa auttorità nel fuo libro delle l 'in Am c b £° gue,tiene il parer contrario,per caufa d 'un certo libro antichiffmo portato £ 0 t etlndia,',cb'ei dice ihauer vislo i mano d 'un CanonicoBolognefe di cafia Va leotta, il qualeera coperto d'vna pelle di Tigre, & nel quale era» dipin– te varie figure d'huomini, d'animali,® Maitre cofe,®cofi intorno al li– bro certe note che lui Himò veramente effer lettere,ma occultiffime : onde •egli dice chepenfagli antichi Egitti] hauer'hauuto non filo imagini, & fi– gure, ma carattere veri,® al propofitto fuo adduce Apuleio, che nell'un - decimo del fuo Afino d'oro affermagli Egitti] hauer fritto con caratteri ignorabiii,benchc per tali lettere fi poffano intendere quelle imagini, ® fi– gure d'animali. ® quesle figlienti fon te fie\parole. De operti s Adytis profer t quofdamlibro s hterisignorabilibu s praenoratqs,part u ngu - ris huiii(cemodiammaliumco n fu g geréces,parctm n o b i s&in niodu m rotareortuofis , capreolatumqu e condenfisjCuriofitateprophanoruralection e munita . Diqusli Hié- roglifici fa mètione il dottiffìmo Filone Aleffandrìno nel primo libro delta vita di Mose,in queslo modo. Cofi egli imparò da i maesfà Egitti] inume- ri, la (geometrìa,tutta la Mufica, la Rithmica,l'Armonica', la Metrica^ , ® di più l'occultafilofifiadefiritiaconlèttere, cheeffi chiamano Utero- Filone glifici, cioè con note, & figure d'animali, cheeffi come diuinità ri- Akflan— uerificonò . E Clemente Aleffandrìno nel quinto de'judì Stremati ferine. d n n o ' che Mose fecondala confuetuiine di quesla dottrinaHieroglifica diede_j molti precetti della vita morale fitto fìmbvli miflicì, e tropici danimali: come quelli. Nequeporco,n e qu e Aquila.nequ e Accipite,nequ e Co r - uo vefeendum . E tutta quest'arte fu ( come firiue Cornelio Ta cito ) ri trouataaffine, chelecofe finte,® ueneronde non fofifero dalla volgare intelligenza profanata. Et afferma il Magno lamblico ne'Misìerij, che_s Mercurio con effi Hieroglifici trottò la deifica, ® anagogica slrada alle_> diurne Inslitutionija qua!figuendo Bithy Trofieta Sgittio\, dopo l'hauer- la trottata nafiofla ne'fecreti della città di Soin, la infegnò poi ad Amone Re infieme, co la nofifia di quel nome d'iddiofilqual difcorre per tutto l'uni xQ^ 2 tterfi,
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