GARZONI - La piazza universale - 1589

(inclemente per perfuadere;& fecodo Hermogenencn è ìlperfiade rmoge pìicemente,mal'ufar metodiperfuafibiii,&accommedatìall'inttento del ì'Oratore,per che ( fi come dice egli un medico benché non fini non refia deffer medico, purché adopriconuenienti,& idonei med ti; ne vn Filofofo r'man d'effer Filofifo, benché non imprima n degiouenii buoni cofi umi,& la modestia conueneuote ; cefi v ancor che non perf»ada,non resta d'effer *Rettere,pur che ufi ogni fiudio affine di perfuadere .zs' questo fi fa( dice il (aualia lare eloquenteberiiffimo capotto per far credibili ali'auditorei fio ti,& (piegalo con belle maniere,^ con destrezza ipenfieri dell'a accommodado i gestì alle parote,e le parole ai getti con forma &più leggiadra,chepofpbitfia,che talee il me%p, & linlliumento prio da fuader ciafeuno in qualunque materia fi vogtia;nelta {copre lvtilità,& la forza della T^terica^effendo quella ,-cht tra i maneggi della republ'tca,tuttele ciudi attionìimpor tantieme, & bilmente fuade il ben commune oue ro particolare fecondo ch chiede. Questaaccufa inocenti, fa condannare i rei, fi liber cemiy afeottarei pupilli, tor la prottetiondelle vedouejouenireaì lu pif,amminifirar la ragione,pergìuflitiapartorir miferiterdìaquado acca. da,& perche è neceffarìo nella vita ciuilefaper perfiiadert sofie con come il medefimo effere vide,® dannefo,bonetto, & ingiusto stra, & fiiega boneratiffimamente ciaf cuna parte. (hi frenò la fe di Cattlina fi non Teloquenza dìM. Tullio? Chi difefe Atene di Filippo,fi no la facondia di "Domo/iene t~Cbi figgiogò Car ma, fe,non il dir potentiffimo di Catone ? Chi fuade la pace? guerra? Cbìconfiglia il bene?Chìreptdfailmale iChi propone i bonetto Chimottra futile? Chi danna l'ingiusto ? Chi fifienta ilgiufio, & fe non queftavtitifRmafacoltà del fuaderei'Ondenafiela jua riputati fe non da quella forza diurna infertaneUe parole,nel getto, nell fembiante,che tuona, che lampeggia, che fulminai cuoriquafi faette,comefaceuaCorationediTericlt?da che nacque la meravig torno allorationedEfchine,fe non da quefio?&questo diede mat f eccellente oratore della Grecia di dire uerfodi itili, che ttup'man Qu id fi audifieti s beftiamiliam magna m fua verb a refonàrem ?e po tentiffimaoratione,oefficac'ufima eloquenza. Quante fin qu che tu ha fedatotqueUe difiordie che tu hai acquetato?quell Huori,che tu potentemente hai mitigato? quanti cori di leo pere hai refi agnelli manfueti?quante furie infernali hai fatto cerli colombe? quante fatelle ardenti hai col tuo vigore esti tumulti bombili hai racbetato?quate feditioi i intettine hai fue dalle radici ? 0 cara, o bella, o foaue, opregiata eloquenza, fiotta, & benedetta. Ter qual cagione i Stoici t'ban nominato

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