GARZONI - La piazza universale - 1589

i 8 5 V I A 1 1 JL ciàs, & nefdr e quo ordin e id facias ; non eft perfetta ? cognìtionìs, & M.TuIiio. lordine (come dice M.Tullio nel primo degliVfficij) è vna compofitione a * delie cefi bene accommodate infieme. Onde prudentemente diffe configlio del Sci/ma , che l'ordine è vna figura etfreffa deliafi sìantaideila cofia. Quinto bifiogna, che'l compofitore fila veridico, ficriuendo bislori ® fie ferine poemi, dica almeno cofie limili al vero ficriuendo cofe di Ze,alleghile regioni f frinendo darti, adduca l'ifferienze; ficriuendo di Grammatica, è Retborica, prodi per annerita, efifiendo che il lettore no cma d effer e ingannato , ma di leggere, ® fentire co fie varie in ogni co nimento, ò almeno fiofientate come vere. Hora tutte quelle cofi s siano, -mediar, te la purità della mente, ® candidezza dello ff trito pu te , ® infieme con vna diligente fatica, òfaticofii diligenza vfata dal com– pofitore . La purità de' Spiriti è neceffaria, perche fi come in vn fonte to bido non fi vedono timagini, cofii in vn animo fienfuale,& carnale non feorge la fipienza. "Peròfi legge di Cameade Filof ifo, chepurgc .ua i l c po cor. i'ellebero manzi chefimetteffe à fcriuere, perhaucrei ffirit Marfifio netti,®- purificati. Quindi dice Marfilio Ticino, che colui, che dà opera à i ino. ftudij delle lettere, ha dhauer curapctiffima dellafanità corporale,?erche da efifadipende ingran parte la purificatione dell'animo dell'huomo. E ceffaria ancora lafati cefi diligenzajaquale s'acquifì'aprima con la logheZc Za del tempo, richiedendofi à vn compofitore di generar parti perfetti, mn abortiui,ccme molti fanno. A quesla cofia adunque vuol tempo Quintin a modo,® congruente;però dice Quintiliano nel decimo libro delle fitte ìnllì- n o - turioni . Nil reru m ipfa natur a volui t magnu m fieri cito,prsepofuitq ; cinqu e oper i pulcherrim o diffkultatem. il che dichiara Tlinionegli E- kfanti, i quali dice portar dieci anni iproprij parti nel ventre, benc trillatile dica dui annifoii. Secondo, col fottùporre l'opere fucalgiudicio d perfine dotte, ® perite, non fi fidando troppo àelgiudicio fio priuato,che lpeff.fime fiate èfallace. Terzo, con la varia lettiene a'a ff •affimi autto quali à guifia d'f.pi habbiano da fficare i fiori melliflui de' detti, & finten Zf, che ritrattiamo in loro, fieruendofi propriamente d'effì, & non velieri- dafi come la Cornacchia Horatiana in tutto delle penne di quelli. Qui Aulo Gei che di Tintone raccontarlo Ge.llio, che dieci mila denari hauuti già da lio. Dione Siracnfno comperò i libri dì Filolao Titagorico ; ® l'ifieffo narra-*, che Affiorile comperò tre talenti Attici i libri di Speufippo Jòlo per slw- diarc, ® fruir fi di effi ne'fioi bifogni. Cfandtffìmo frutto, ®giouamen- t c atqui&a, ® caufi poi qualunque compofitore dall'opere fitte,® maffi mente quello, che molte co fi che andar ebbono in oblio, mediante fiiìcni vengono à vn certa modoà immortalaci. & ifritti beino quafi ne veloci da volar per tuttofando fama, ® fylendore à loro auttori;® »'» S.VAtro- 'r -efio vagliano piàdellav'ma voce dell'huomo ,ch'èdi maggiore ene nimo, cerne dice Hier onimo Santo firiuendo à Taulino, oue adduce leffem d 'Efihine-J,

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