GARZONI - La piazza universale - 1589

fa tre, Galeno, che nhà composto cento è trenta, uno Arislarco dtfcepo- lo iArifiofane Grammatico, che n'ha composto/opra mille, un Ticàathe n'hàfattoin frittura quafit da trenta fei,uno Origene,^ cui ferine S. Hicr «imo bauer letto fcìmillia libri, uno Agoflino, che n'ha fritto quafivroLt vnfiràtà,come racconta Jfidoro, e tanti che a pena fipotrebbon leggeremo» che ferine • Queste fono le conditìoni honorate che pon dar nome a cele bri,& illustri ccmpofitori,breuemente da me deferitte. Ma i vitif loro com munifono questi, che molte voltepìglìano foggetto baffìffimo, ® viliffìmo, come Titagora, cheferi/fi un volume de i Bulbi, e Fonia fifico, che cele– brò le lodi dell'urtica,e Democrito, che fcrijfe un volumefopra i l numero, quadernario,alle volte troppo ridkolofo, come le facetie del Tiouano Ar- loto, & del Gonella, & la Macaronea di Merlino, altre volte troppo H>or co,&dishoneflo,come fon l'opere communemènte dell' Aretino, alle volte troppo ingiusto,ccme Tollerate,® ifocrate, che lodarono Bufiride Tiran– no, & Glauco, che lodò l'ingiuStitia, e Fauorino, che lodò la fèbre quar to– nate Hortenfto Lando,che fece quei Taradoffi con troppo fottìi ragioni tra la ricchezza, la libertà, & altre cofe naturalmente al contrario de fia– te,alle volte troppo fatirico, come 7<ficolò Franco infume col fuomaeflro & t'inuentore della sfera de'firittori, alle uolte troppo empio, come fo t opere degli her etici poste fuori centrala Santa Chiefa, alle uolte tro po profano , com'è l'Alcorano di Mahometto , alle nolte troppo fial- fio, come il libro della vanità delle faenze di Cornelio Agrippa, leTaf- quinate de'moderni, co» lutti i libelli fimo fi in publico appeft, alle uolt troppo fiocco, come le barzellette, e i flr amboni de zar ottani, alle uo troppo inutile, co me molti 'Romanzi deferitti da Toeti , le cui Mufe face uan l'amor co'granchi mentre effì poctauano,alle uolte troppo ilomache le, come quel che celebrò lazangola inverfi sa la\ piazzo di San Marco, &cofi và difcurrende d'infiniti fióggetti veramente indegni, & vitiefi. Hanno i compofitori ancora un'altro vitio grande che lodano fiouente Ic lor cofie,& biafimano uolontieri i/crini d'altri come Tonio, & Meuio, ch vituperaua.no affatto Virgilio estogliendo feste/fi /blamente, hcggidì mondo èpieno affatto di questa cecità,p arendo a tutti d'effere Archi cefie proprie,® d'altri, oue non fono bene anco ciclopi. ® diquefiìn addurrò altri effempi per non entrar con loro in fchiera mentre riprend in parte l'opere loro.Nel modo poi del comporrenon mancano vitif da tutto,per che è troppo o/curo, chi è troppo Iongo, chi è troppo tra/curat chi è troppo languido, chi è troppo gonfio, chi è troppo baffo. Tielfin peccanomolti,cercando folamenteapplaufio dallaplebe, henerdal vulgo, vtilc da stampatori,premio da Mecenati,guadagno da Signori,grotta dal– le Madonne,ecortefte da tutte le bande. Nel titolo inciampano diuerft, flolechiamandoiVolnmi,TroblemilOmelie,Scholij iSermoni Tornii trat tati,non distinguendoamodo intorno a queste cofie.?y(ellededicationifop tutto

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