GARZONI - La piazza universale - 1589

29* P I A Z Z A nel fecondo dell'anima,®prejfoa"Platone nelTemeo,eglievnacerta fiata ma,o fi/endore,ch'efice fior da ciafi un ccrpo .la quale ha le parti accomo– date alfenfo del vifoper ogni forte diperffettiua. et chi vuoluedere mol cofe de colorìJeggaii Cardano nel terzo decimo l'èro Dererù varietatc» A-rroni© & Antonio Tilesto nel' libra de'colori.blora L fientia perffettiua tratta Tifcfio. lefopra lette cofifmfegnando ciò che fa luce,e colore, ® ombre, efiati interualli di cofe,con le caufedelle cofevifibiti,ccn la ditterfità demezj con lefigurationi dell'ombre,® de lumi, & filmili altre cofe. &giauaaffaifi– mo a comprender lavarietà de'corpicelesli,la àiHantia r lagrandtzjajl motojeriuolutioni,® gli aggiramenti di quegli: ® ferue ancora all'ar– chitettura in miftirare gli edificij:appreffe dì questo aggiunge grandiffmo ornamento altartifii io del dipingere,® allafabrica degli Specchi, di ma– niera,che queste artifenzeteffa non fi penne ridurne aperfettione. Co q fta faenza fi fanno ancor amolte apparenze marauigliofe net uedere, quali apparenze,ofallacie auengonof come diceVitellione) in dui modi. fecondo il uifo, o fecondo la virtù dilìintiua dell'anima:® cotefte fi fihiff no,con l'offeruatione di ottocauteUe. La prima è questa. Se la eofa vifib partteipa in atto ckllaJuce,perche altramente non fi uede.La feconda ,f va coniieniente disianza tYa la co fa uifibite, & il uedere, fecondo la fa deli occhio,per che le cofe,che fon troppo difanti, benché vclociffmamtte con ano,mostrano nondimeno di efere inquietejome appare nel Sole, la Luna,® nelle Stelle:® olerà di ciò le cofe quadrate paiono ratode.Tet- ZP ,che la cofia uifibite s'opponga al ueder e.Quatto, cheli corpo viftb habbta talproportionequanto alla qmtitàfua co l'occhio,che ueder fi pcf fa. QumtOyChe il corpo visto fiain qualche modo folido,perche,fe egli fanojnonfi difeernerà, cofi ne anco fe fta con un mezo difmile perfpicuit fi cerne Umezodeluetro che fta rofib,fa parere ogni cefi rojfa.Ses~to cerca a un ueder certo, e determinato un'aere diafano, trai corpo uifib & l'occhio rperche fè' craffo,nuoce al uedere ; & la luce deue effere conueniente,perche,fefoffetroppa,®maffimene corpi pcliti,per la rtfief pone l'acutezza del uifo s'ojfufchcrcbbe,come auukne a chiuuole trop intentamente mirar nel Sole; ® fi foffe mmima;o niente, l'ombre te bono le cofe dinanzi agli occhi. Settimo, in unueden certo fi ricerca conueneuolc,perpoter conftderar eia cefi uificu,imperocbein un giro d ch'io filo non fi può giudicar cofi bene, fi non fi torna di nouo a uede uo-,& ultimo/i richiede unafanadiipofttionedìuedere, perche auevgcno molti inganniper l"mfinità,ebe l'occhiopatifie; onde fi l'hitmor ChriS lino è lefo, allhora l'occhio s'ingannagrandiffimamente come div'itelli Vitellio— ne nel Ì Xtb.della fiaprolfettiua. Cofilhumor citrino nelfouhio,o il rcjfo ne. rapprtfintacoloritalineltecofiuisle.sene lla pupilla fi trotta InmcrCLJ cr affo fi cofi appaiono forate; fi v'è humore ncgro,par che fi ue fcbe.Se d dito fi pone fi>praun'angulo,oneliangulo dun'occhic,par che uedan.

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