GARZONI - La piazza universale - 1589
3 i o ? I A Z Z ót le che aiutano a trar l 'acqua dalle cisterne. Dal gomiti al principio della mano, che fi chiama laRafceta,fi tramo due off chiamati i Focili, ilminor de quali sìa nella parte Juperiore del braccio e il maggiore, nell'inferiore. La "Rafiettadi qualunque mano contiene infie etto, cffi,chénon hannomi- dolla dentro . 'Dietro à questa feguìta il Tettine fattodiqvattr'ofii, chefir vanno à legar con legamenti molto forti à qvellideUa "Bafietta ; (ofipoi quei del Tettine fi congiongono con quei delle dita, <&in ciafcun dit no nano tre off. Ter tanto in ciaficm braccio ne vengono a effev tr effendone quindeci in cinque dita JSli Off delia coftia, delta gamba, del piede,fecondati Mondino, fon vintiotto in tutto . 1 \el ginocchio par ticolarmente ve n 'è vno rotondo, cartilagmofo detto loccbio, è rotella* nel calcagno ve n'è vno detto la navicella, il qual di fiotto fi raggionge c va'altro inArabica detto IoAchib . la rafcetta del piede è "compoSiaii tre offi^. Il Tettine di cinque. La dita tutte di trefatuo che il dito g fo.chjformato di due. f Mufruii del corpo humanojon cinquecento, etre t amo, fecondo- Auicenna ; ma Kafi con lauttorità di Galeno ne numera Wamer- folamente quattrocento, e vintinoue . (>ueidel capo,& del collo fon vi AnJrea t r e ' s P e ^f acc iaqnarantacinqve.- Della linguanoue. i DeUagola, &- Ve fallo, dell'Spigiono trentadue. àmouer- ciafeuna Sfalla ne concorrali fitte, Gioirmi dalla parte n'hanno quattordici.. agliaiuttorij vene fon'otto, cioè qu Gi i - o * °' r ro P er a Ì H t t w Ì 0 •*» "ofeun braccio diciotto,, & tanti in ciafeuna mane- 'tàrpiMat ? l P etton ' ! ^ cento e fette.. La fibiena quaranti otto, il ventre otto. theo Cur- ^ ' u o i l quattro altretanti fanno rizzarla verga.vno ve n'ènel collo de no. la vefica.quattro nel bucco da federe, nelle natiche vinticinque.&vintitin Prnenf - ^ n e l l e C ^ " e ' 6 v i n t i n e l l e c °Ste -T^tUe gambe vintiotto.&vhtidve fui Gìuyne-1 P K(ie ' Dsiner »'poi ne fon fitte para, che immediate naficono dalcerebro, rio. e trenta parapoì, con unfienza compagno ,i quali fanno capo da diuer Valafco di bande del corpo, dequali, fi come anco del refìo, ci rimettiamo al Mon Macth* ' * V a i v e r d e * a "todrea Vefalio, à Giovanni Driandro, à Cjiaccmo, de'Gradi" Ca3 fP' l >* MattbeoCurtio Tauefe,& adaltri anatomistiecceuenii,efamo- Qa " » t o» f' >l ì 14 ^'-diligentemente,, ne trattano.- Ma vuol veder particolarmen– te, te i morbi del ceruello,. non fi parta da Giafion Trattcnfe nelpraprio v Cdfo lumedeCerebrimorbis,. <&>dallaTrattìcadiGuaynerioTauefe,conqucl- Kemont e Ì l V ^ 9 diTbaranta. Delle toniche, hvmori, & morbi degli occh te, ' ~ largamente ne tratta MattheoacGradi, nel nono d'Alman(ore,& Qvin Hieroni— to Sereno e (felfio nel libro feslo.i mali del core fino esaminati beniffi ma Gabó Francefico Tiemontefi net primo fiopraMefue. 1 mali degli intesimi fon Vkaie de l 1rm . aXl }h u i^'amente da eteronimo Gaboncino in un fio libro.. Idolo» Forno. depiedi fono dichiarati da vitale del Forno in un fuo libro di diverfì r Martino , dij .Delle venein particolare neragiona ottimamente Martino Rollando Rollando nel libro de Thlebothomia, & altri infiniti uanno esaminando àefeuna^, parte di questa machina corporea affine cbtniente fi defideri,pcr mantt- nerla r
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