GARZONI - La piazza universale - 1589
37* T l J. Z Z [4 pi fuperiori,come fi vede al capitolo fecondo del libro Defubitanti a O r bis deue grandemente commenda gli antichi, i quali differo con verità alcuni de' corpi cele fi dare il calido,e il fecco,alcuni il calido, ® humi- do,alcuni ilfrigido,e il fecco,alcuni il frigido,& l'humìdo,et cofìle quat tro prime qualità effer communi ai co rpi celesti. ma nel commento fef- fagefmo ottano del jecondo del cielo, egli tteffa conferma, che le felle hanno non fol la commune attione, male proprie in ciafcuna cofii in fio ^ genere;fi come Saturno ha la fuapropria attione nelle piante,® minerà utone . J J ^ J , f W j a e n' a i trc felle.Tlatone ancora nel Timeo affcrma,che in qui– tto mondo inferiore niente fi fa ,che non habbia il fuo nafcimento , & no Galcuo . proceda da celette caufa,e Galeno,nel libro de femine , chiaramente at- tetta ognifofanra corporea animata effer conneffa ai pianeti,® alle ttel ro ami " ce " le del Zodiaco, per prender l'influenza loro.Damafccnone'fuoi Apho- Albrrto rifm'hconfeffaidifetti,® leinfirmitàauuenireper lavariatione,&mu Mugao. tatione delle flelle,onde Alberto Magno diffe quell'aureafenttlé. Deu s creato r crxli , & terra;, coelu m niperelementainltituit,ucmou i fuo t; Bocno . nerarer , corrumpetet , & conferuare t cuncla . ® Boetio ancora par che i T h dical'iflefjoin quelle parole. Deu s per fe folum cunct a difpomr.fe d ad n o r n - oper a perficienria,inferior a per (dpetior a difpenfat. c S.Thomafo d'A– quino nel libro de Fide,e^ nellajomm a cotra Gentili,afferma,che Iddio gouernale cofe qua da baffo perle creature fuperiori, cioì per le fecon– de caufe,et che dalla virtù de'cieli riceuon le cofe inferiori le lorfpecic,e l\ SucflV forme. Il Sueffano ancora fra moderni Filofofi approba l'aflrologiaM n °- uendone in più luoghi parlato in bene,® maffimc ne' libri delle fuc Eru- Percrt o ditioni. Cofi Teretto Mantoano huomo di nonpicciola auttorità, il qual Mantoa - parlando nel libro de Iramoriahtateanimx , de prodigi],® de gli etìetr ™; a ti loro, tutti gli attribuire alla diuerfa poftione delle ttelle, adducendo le. " n " S e rtfìlpio di queWInfante,che pone Abenragelc aflrologo in vn fuo libro, ilqual in (patio di 24 -hore parlò,® prenonciò la propria morte,® à che fine era nato,cioh per manifeflare al padre la ruinadelloflato fiuo.Mal'al • Oaidio . la cognitione delle fiellefiu molto abondantementc da Ouidio efjaltata in quei verf. Fcelicesanims., quibus h&c cognofcere primunt lnque domos fuperas fcandere cura fuìt 7{on Vcnns, ®- vinum fublimiapcclora fiegit » Ojficiumque fori, mititix ve labor. TitpIiA lhhe toccò Virg.ancoranel fecondo della Georgàn quei vulgati Carmi Fcelix qui potuit rerum cognofcere caufas, Atque metus omnes,® inexorabile fatunt Subiecit pcdibui. IHieron. S .Uìeronimo,fcriuidoàTaulino,no afferma la faenza de" Medich& quella degli affrontimi efiere vtiliffima à mortali? Dionigio A^rtopagita non
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