GARZONI - La piazza universale - 1589
m'inori efflicatì beni filmo da Macrobio nelprimo àéfioì Satmnali;delle Aiba ftelle errati,e delle fiffe,cheso efilicate beniffimo da Mbategno nel libro itila fiieza dellefelice da Mfragano n el lib.d e gli erudim ètiafìi onomi M c " che le quali il Rabbino Chimchìdice da fipienti effer fiate concfiiute al li Kabbi- nudi \os>%.bauendo delleprime trattato diligentemente Aleffandrò Ti 110 Ch colomin'hGìorgio Turbachio,ErafmoOfiualdo,Filippo lmffero, il Biachi j ^ / . nodlTrugnero,Lucca Gamico ,'ilTaifnero, f &altriinfinitixefi de'figni óunuldo celefli ,de quali tratta Galcoto Martìo nel libro de dochina prorrul'cua Filippo ® il Toilello in quel libro,ch'egli nomi na Apotelema cce\ì,dich':arando ^"g^" 0 , perche caufafilano dagli jlfirolegi con quei nomi chiamatile' moti cele fti ,de'fitidegliorbiydc' cor/iloro,dellematerie,delle forme, dell'eccliffi, u Prugne delle antegradationUe retrogradationi delleftelle,delle eogiotioni de'pia ro. net'hdegli afipetti,delle figure, ® d'infinite altre cofi, che a un femplice _ J ~ 5 dìficorfio come queflo,fion poco conuenienti.Iprincipiipoi delTaflrologiafi { Y Xai pongono effier tre ,cioè il zodiaco,!pianeti,® le dodici ca fe del ci elo.il zp ro. diaco fi diuide in dodici fiegni celeri, de'quali parliamo nel dìficorfio de' 1 1 Tronoflici, & Tacuini; & queflì fi diuidono in mobili fifii, & comuni, $ SJ^ j & in quattro triplicità,cioè aerei, aquei,terrei, & ignei, ne' pianeti fi Marcio. confiderano cinque cofe, cioè le cafe,l' affaltationule nature,le qualità, e IlPo gli affetti,® da quefli fionda menti pofli cauano quella loro afirologia giù iiciaria ,nel cui dificorfo entriamo al prefiente.Ma per fiauellarne à modo , bifogna auuertire,fiecondo che dichiara Tietro de Aliaco,et dopo lui Tra D c l 1 a |^< ce fio IuntÌHO ,che tre fono fiate l'opinioni degli jflrologì,una di mezZT-, i o a r i* & due ueramente eflreme.Laprima efiremaèfiata quella de' Stoici, & pietra de de gli Heretici Trificillianifiìfi quali hanno penfato , che i cieli operino in Abaco. noi per necefìità ,come narra Agofixn finto,nel ^.libro della città di Die, j ^ " " ' &di S.Tbomafo nel libro della Catholìca ueritàal capitolo $5.® han– nodetto che quel che uien di[opra non fi può fuggire, onde han nomina- ci «ron to quefta uirtìi celefie fato.® in quefla opinione conttennero (come fai– ne Cicerone nel libro de Fato ) Democrito,Heraclito,Empedoclc,Aufìi- de,® altri Filofifi affai;® fra gli Aflrologi,Sentirione,Freuetio,e Tofi Lucano. fiionioiefra Toeti Lucano che nel lib.Ciice. Tracepfigit omnia fatum. e Seneca in vnaTragedia dice. S e n « a Regiturfatis mortale genus. e Ouidio nel terzo de Trifiibus. Ouidio Ratio fatum vincere nulla valet. Cefi Giuuenale, in quei verfi. Giuuenale Tlus etenim fati valet bora benigni, Qjiàm fi nos Veneris commenda epiflola Marti. Qjtìnto Curilo cade ancor egli in quefla opinione, onde nel quinto libro Quin diffe quelle parole . Ecjiudé artern a conumuion e crediderijrijnexucpj e Cuirio caufà-
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