GARZONI - La piazza universale - 1589

S*o T 1 jt z z u Tbeologo dell'ordine Domenicano, accioche i beigiudicii del modo pof no dilettar fi nella fottigliezza degli vni,& protegga degli altri ;e afgi gerò molte altre cofe à quefle,affin che la verità maggiormente fi (copr & manifcfi.jldducono adunque una tal ragion in prima che quefla afro logia fa vana,perche i primi Filofofi del mondo,comc TlatoncArifloti- lc,Democrito,Epicuro,Seneca, & altri non han curato diquefla feienz* (non parlo bora di quei che l'ban febcrnita) ma l 'hanno adietro lanciata fenzafauellarne àpeu i . il qual fondamento è reprobato dal Bellantio, perche non hanno m meo fritto di Muftca, ne di Terff>ettiua,ne di Geo metria , che fi veda ; ne per queflo fi può conchiuder e, che quefle fete ze fan vane.-oltra che difopra s'è difeorfo molti Filoféfigrauì hauerui at tefo fenzaloro. Secondariamente oppongono agli aflrologi giudic'ia rauttorità d'Efaia Trofeta,alcap.quadragefimofettimo, doue dice. Stcn t mmc, & faluen t teaugure s cceli , qui conremplabanrurfydeia , Se ui putaban t menfes.utannuncien t uentur a cibi : ecc e facl i fur.tquafif pu!a,igniscombu(Iìteos,neclibeiabuntanimam (bari ) rie iran u rlam- nis ; ®- poco auanti dice. Sapienti a ha-c , & feienti a tua decipic t te nie t (upe r te malum, & nefeie s ortu m eius , & irrue t fupe r te calam tis.qua m no n poteii s expiare.a W par eh'Efitia dani apertamente qu fi Aflrologi giudiciarii,& indcuini.ma rifpondono gliauerfarihcbc que– fla auttorità procede cantra la falfa opinione de' Stoic'hBabìlonii, & Cai dei,che pogono ilfatto,®- è rifpofta del Bellatio del lun'ino,della fornma JJj* Armila nel verbo aflrologia,& di S. Thomafo nel fecondo delle fentete alla liflintione quintadecima,e queflione fecon la,®- p er chiarirli meglio, fi dice, chefienza dubbio è grandi fimo errore, degli Aslologife loro v glion pone la neceffità del fato,fieptfano di preuedere tutte le cofe ne'c li;fe penfano di conofeer le particolari differenze delle cofe cheprend no; fe noHoglioHo fottometter le cofe dal cielo dimoflrate alla diurna vo lontà : re credono alcune cofe no allenire per diuìn volere fuori d 'ogni dinede' cieli.talche cotraquefii tali procedei'auttorità di Efaia.Tcrzp dimollrauo lafcièza dell'aflrologia efiere incerta per auttorità di Tolo– meo nel primo degli Apotelefmi, doue fon fritte quefle parole. A gumagi s uerifìmiliacaptat,quàm quicqu a prouetodecerna r tonerò fecondo vii'altra lettera. Ad null a huiu s materie» feientia m neraciter fed opinatalte r pwi'nimu^alla quale auttorità rifponde il Bellantio che Tolomeo intède in quel luogo,la cognitione dell'Aflrologo efftreunì uerfale,®- perciò imperfetta;®- quandunque fi conofeano molti partic lari , di quelli hauerfi cognitione in uniuerfale, come in tutte le fae auuiene ; effer cofa inetffima afferma , che Tolomeo intenda mente, effendo che negli Aphorifmi dimoerà apertamente con qu lla faenza le cofe humane, & diurne preueàerfi . Quarto per

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