GARZONI - La piazza universale - 1589

V 1 ^1 V E l\,S A L E. itone. A quelli che dicono Iddio folo faper il futuro,riffionde S.Thomafio» nel terzo libro centra Gentili, che Iddio folo sà le cofe future con notitia certa,& determinata di tutte le cofe,ma che però gli huominipoffono ha uere cognitione vniucrfiale,®- non bene difinta. Ma, perche molti con– cedono l'Aftrologia effcrvera à queflo modo, ma però cffer pericolo fa al la falute degli Idioti, che non la pigliano à quefla foggia ; rifondono che quifia obiettione manco valcperche ne anco gli Idioti intendono bene le cofe della predeflinatione ; l'adorationc delle imagini non è capita da loro; ne per queflo il trattar di tali cofe, ò fludiarle è prohibito a alcuno. Ci fono poi certi Sicofanti, che danno contra l'Aflrolagia, arguendo pri– ma per Tauttorità d'Efiaia al capitolo quadragcfmo primo, ouedice. „ Annunciat e qua: uentur a fun e in futuru m , Ck feiemu s qui a dijeftis . alla quale auttorità fi riffionde,cbe Iddio folo b quello,ìlquale può faper e quelle cofe future»che concernono la libertà dell'huomo. Onde Scoto,ncl Sco "Prologo del primo, alla queflione feconda, dice, che Antichriflo non po– trà fapere quel che Vbucamo debba penfare, ò appetere in tal'bora . Ma Zaclenel fuo libro delle Interrogationi > ficguìtando alia fuperflitione de Zacle gli Aflrologi al tempo d'Efaìa, vuolperla fetenza delle Interrogationi conofeerefevno imitato avn conuito mangiarà.piùpulmenti,ouero vn folo,il che è reprobato manifeflamente per falfo . Dipoi adducono tri al– tra auttorità d'Efaia, al capitolo quadragefìmoquarto, oue dice . Eg o j nmn s , & tgonouilTmius , ócabfcjue me non el i Deus . Qiiijfimih s rr.fi, "Yocer,& annuncier , & ordine m exponar , ex qu o conit itui mih i f opulu m an tiquum,qu x uentur a iun t annun'eie t eis . alla quale autto– rità fi rifponde,cbe Iddio probibifee quiui l'Aflrologia diu'matoriafuper- flitiofa, e non altro. A quella auttorità del quarto de Rc,al capitolo de– cimo fettimo, che i figliuoli d'ifiraele furon puniti, perche attendeuano alle diuinationi; fi riffionde, che attendeuano à quelle diuinationi per in– canti,® auguri'hle quali fenzjiltro fono vietate. All'auttorità di Hiere mia,al capitolo decimo . Iuxt a uia s genriu m nolit e di /cerc : a figr.i s Car– li nol i re metuere , qv.q timen t genre s .fi rifonde, che quiui fi probibi– fee il timor del cielo in quelle cofe, che concernono la volontà deil'buo- mo,comc dice S.Thomafio nel libro contra Gentili, al capitolo ottogefimo quinto.Ma Meffalach nel fuo libro delle Interrogationi voleva féper del MciTa fermo per via dAfirologia, fevno doueua cffer Re,ò nò . All'auttorità lach . dell'ecclefiìafie, al capitolo ottano. Mult a hominisafHi&io.qui a igno – rar pra -rerira , & futur a null o potei ! icii e nnnti o ; fi riffionde, che qui– ui fi dà contra quelli, che fi chiamano Afirologt, & vogliono faper per via delle lor fuperftitioni, fe vita donna è vergine, ò nò, & sha fatti fi– gliuoli, ò nò : le quai fiuperfitioni fitguita Zaele nel fiup libro dilleln- tmogationi ; & parimente fi dà contra l'errore del predetto auttore> che

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