GARZONI - La piazza universale - 1589
V 1^ 7 V E K S A L E. ^09 difcorfi difteìle,& altri ojìenti,con naturai ragione,è lecito, & conceffo l v > t0 delle quaicofe tratta beniffimo Vito Amerbachio nellefiue Meteore,® U m< : rba " M'rraldo nel primo della fua Cometografia, ma [opra tuttiTaolo Ebcro J J j Ritingenfe in unfuo opufculo delle Apparitioni delle Comete, &• de'fuoi do. effetti. L'indouinare ancora per via d'oracoli è cofa dalla chic fa dannata éf non è punto differente dalla preniciofa idolatria > ne meno è mendace, Oraco & vana di quello , che fuperftitiofa fa : per quefto Eufibio nel 4. lib. de praparation e Euangelica , al cap.z .dice i VeripatetìcUi Cinki ,egli Epi– curei difpregiauano le rifpofte degli oracoli come nane, bugiarde, & fal- fe affatto. & l'ifìeffo nel cap. 1. dice, che qitafi tutti gli antichi oracoli fi trouauan falfi, e fc qualcuno pur ne riufciua nero, era più prefio à calo che altramente. Il mede fimo nel fefto libro al capitolo quarto nota al– cune parole aperte di VorfirioM qual dice chiaramente, che il Delfico A- pollo confeffaua di non poter dire il Mero d'alcune cofie future,chegli era dimandate> & ch'era impedito dal moto delle flelle ,che non lo laficiauano difcernerela verità àfiuo modo . oue Vorfirio conchiude, che molte bugie dicevano gli Idoli effendo afiretti da gli interroganti,non haucndo loro if- quifìta cognitione delle cofie future, perche(come dice eglìfiefifo nel libro deOraculis ) quel che predicevano 0 d infirmila, 0 di guerre, 0 di pefli- lenre, 0 d'altro lo prediceuano con l'offeruatione del moto delle cofie cele Sii,® 1 con ragione Mathematica, come fanno anco gli Astrologi nofiri, benché meglio di loro per la ficien\a maggiore,cbe poffeàevano, & Celio P T ^ Calcagnino nel fuo trattato de Oraculis adduce à quefto popofito, che Apollo molte volte agli interroganti rifpofe con quel uerfiu. Quidfruflra petitist nonnofirvm efificire futura. Ma Enomaogreco tanto in filofofia,qvato in eloqven%a famofo,benchegè born tìlt,fcriffe un libro della fialfità degli oracoli antichi,ridendofi, & beffeg– giando apertamente ifigmèti degli Dei adorati dagentili,& maffimame- te procede cantra Apollo Delfico,di evi molti oracoli mèdaci dimoftra,®' fra l'altre cofie dice quefteparole. Mile r igitu r ru,qu i Delpho s habitan s ind e ad iiniueri'u m orber n inaniafundi s refponl a ;infan i autéoés ho- mines.quia d te qual i ad ucridic u Deù occurriit , nec me ipfuminlani i fuifl e inficio r q & bis ambiguitatc , ne ignorati a tua dica , fueri m dece - pun.Clemète Alefsadrino ancor lui in quel lib.douc cotra igètili alla fe- de,beffeggia igètili con quefte parole.V Jtimo filenrio Caftalius , & Colo - clem pboni'fonte.ccteraq ; nucta, q dilli nid i uim ha'ner e uidebatur.excinòìa Alcisàdri cu fui s faiit!isdelluxeiut,totiufq ; uinavioni s potius , q diuinationi s ne n <>« pliadatnyfteiiacecide i ut ilic e Dan'.Fhithi'jDiden^.Amphiaraus , A - pollo,Amphilocu s tacc i Aiufpices,Ans>ures , fomnioti i lntetptetcs , & qui farina.au t hortle a uancinabatuf.£* Lattati o Fir.nellib.d e Origin e enoris,<j/c , 1 7. parlat o de dcmon'hdicc anch'egli, In Oracuii s aùi uel ma xim e
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