GARZONI - La piazza universale - 1589
Tcrcntia - no . V % 1 V E ì\S jl L Si 41 3 numeri pari,ò diffiari,Con letterdcon figure attribuite a fegnì celefli,con coietture tolte dalle fimilitvdini a forte caufate dallo flrepito della terra, ò dal moto,ò dalla fijfura, ò da fintili bagatelle, delle quali cofe,che tutte fonofpecie di Gcomantia, n'ha tratto fagli antichi Haly, e fra moderni Gherardo Cremonefe,Bartolomeo daTarma,e un certo Tondino, inficme conAlmadele Arabo,tutti bugiardi,epiù di tutti Cornelio Agrippa in- uentor di bugie, e di fiilfità fopra gli altri marauigliofo. Oltradiciò fon dannate tutte le forti di TitagoraMquale fu inuetore (come dìceTlinio) cheti numero diffiare delle uocali ne' nomi propri] fignifichiaccecatione cVocch'hzpppicare depiedi,& filmili altre dìfgratie ; cofit quel che difero ifPitagoricifàlfamente.cbe i carratteri delle lettere hannocerti fuoi nu- mer'hda quali s'indovina per gli nomi propri] degli hvomini,h avido rac– colti i numeri,nella fomma di ciafi una letterale quali unite infiume dono la vittoria a colui,la fiamma del quale auan?ì l'altra, fecondo che fi mvo- ue dubio,ò diguerra,ò di lìtefo di matrimonìo,ò dì ulta, ò d'altrafimil co fase in quefto modo dicono, che Tatroclo fu uinto da Hettore, & egli da Achille,la qual cofa TerentianoToeta efprcffein alcuni ver fi 7nolto ec– cellentemente.La Cleromantia adunque,che contiene infe tutte leforti,è dannata,®- reprobata,benche più e meno, fecondo l ecceffo del peccato, chepiuin unaforte, cheneli altra fi commette .& fiotto le forti cadono le proue d'innocentia per uia di duello, ò di ferro affocato ; il gettar delle fe– stuche ineguali ;il confiderarle figure ch'avengononel piombo liquefat- to;il tirar de putì fopra una tauola,ò pietraio la faccia riuolta alla luna; il tirarle faue,come fanno più meretrici & ruffiane di Venetia, & fimi li altre facende da questi fortilegi patte in ufo. Quella è la caufa che Leone Quarto,fotto pena di ficammunìcainhibifce le forti, e Gregorio ffcrivendo a Adriano Teodoro, approba che i fortilegi filano perfegvitati, & puniti. Quando Ifidoronell ottavo libro delle fue Ethimologie favella di cofioro, ne parla ancor'effo molto malamente, dicendo,cbci fortilegi no fono altri, che alcuni gli quali fottonome difinta religione, conalcune fiortidalor chiamate forti di Soii,ò dApofloli,indovinano,ò col guardare d'ogni firit tura promettono cofie future. Cicerone benchégètileparla ancor luìmol to cbriftianamente di quefì'arte,dicendo,che nelle forti non c'è oltreché temerità,e cafo,®- che ivi non è ragione alcvno,ne configlio, e perciò don na affatto ìfortilegi, & dice che il volgo foto a fivoi tepi attendeva a certe fòrtiTreneftine ritrovate da i \vmerio Suffufio Trenefiinecon alcune no te di lettere antùhe,le quali fi cavano per ammovitione dilla Di a Fortu– na;®- erano nefcolate per mano d'un putto,® cavate; ® che neffun ma giilrato,ò Iruoma illufìre le vfava,® qvafi in ogni luogo erano annvllate, cfbente.Terilcbcfirme Clitamaco, che Cameade Filofifio erafoltto dire, C'itorn chein luogo alcuno non battevamo! visto la fortuna più fortunata, chea co * Trene-
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