GARZONI - La piazza universale - 1589

V 71 1 V É P^S A L E. 42 5 utrfhcPóperare ogni cofaper arte diabolica, inducendo aneogli huomi- ni pervia d'incanti inpazzj amori, & odij dìfordinatUvfando la profana damati a detta dì Salomone, battezzando empiamente, & fiacrilega- mcntc le pietre calamite per tale effetto, feruendofi tTimagini di cera abbruggiate,& dipeccìnefàndiffime, che fanno arricciare i capelli ; oue firn divenirgli huominicome pazji ; & frenetici; & arrettitijpro– priamente , effendo da vnapiu afta natura rubbati, & per forza leuati fuordifesleffi. Come Gregorio fintone' Dialoghi narradi quel Monaco s. Crego negromante, il qual talmente bauea con le fue incantationi tiratoyna "<>• monacandiamor fuo, che gridauaefermorta, fe da effonon era pieto- famente vifttata. Et qucflo haforfi dato materia a "Poeti Romanzi dì fìn– ger le due fontane incantate dì Merlino , l'vna che infiammava le menti d 'amor cocente , & Valtra dì odio efiremo > e fimifurato , forfè anco per queflo l'Ario fio induce , che la fata Alcìna difinna- moraffe Ruggiero di Bradamante > & di fe fola l'accendefft , in quei fto> verfì. La bella donna che cotanto amaua Tsloucllamente gli è dal cor partita, Che per incanto Alcina gli lo lana D a ogni antica amor ofa fina ferita) Edi fe fola, del fuo amor lo grava, E in quello effia rintan fola [colpita. T ^c può dirfi cofia imponibile al demonio quefia , perche può infiam– mare intcriormente la concupifeenza, & porre ne' stomachi , men– tre fi dorme , cofe che accendino lappetito carnale, & porgere este– riormente mille incentivi di libidine , togliendo il lume naturale a quella gvifa , che il vino , ò altra bevanda natvralmente fa l'hua* mo ebrio affatto diuenire , apprefio a Tbeocrito fi legge l'effem- Thcocr- pio di Simetra amante, che impazzita dell'amor di Delpbo,cerca t e con certo Lauro incantato di farlo impazzire ancora Ivi , onde dice, Vrìt me Delphìs,vro hanc in Delphide Laurum. Etvelut b&cflridet flammis fuccenfit,nec vfqvam Cernimmo tenui cineremfiupereflefavilla : Sic paribus flammis tabefatti Ddpbidis artus. . . Et apprefio a Lvciano Samofateo Bacchiinfegna à Melitta vna com- S a m o r A . ° poftione d'alcune miflure, le quali taccio per buon rifpetto , perche CCOj con tali fiuperflitioni fi può molte volte cavfar l'incendio d'amore ne gli animi honefii per lor natura , e casti. Ma di piv quefie La– mie , <& Venefici, dandofì in preda al diavolo, rinonciano al batte fi– no finto >'& à tutti ifiacramenti della Chìefa , conculcano la cro- • se,

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