GARZONI - La piazza universale - 1589
V ^ I V E l^S jt t E. 4 : 7 parole . Qiiis ueiò tara (hikus , & habc s in qu i harc omnia , qua: in Colo ipiritu Bunt , etia m in co i por e accader e atbitretu r i? & finalmente con- cbiude.quoeì omnibu s publiceatinunciadu m eft, quodqu i calia credit , 6i his iìmJlia,fidem perdir. 'Nondimen o egli è uero,chepofiono efifierpor– tate neramente, & realmente ,per diurna permiffione, effendofi Cbrifio ittef/b lafciato portar dal demonio fui pinnacolo del tempio ;& leggendo/i di Simon mago, che per l'aria da demoni era portato, quando il dittino Pietro lo fece con l'oratione precipitare à baffo, il canone in quel luogo non intende improbare cotcsla uerità, ma folamente l'opinione di quelle maluagic feminc,cbefi credeano camìnar con la Dea Diana,ò con la sfitc ciataHerodiade uera, fopra befiie reali, & corporalmente far fi quefle traslationi dallo ffirito diuino, & non dal demonioalquale con diabolica illitfione le ingannaua, efiendo egli più follccito alla fraude, eh e alle uere operationi rcali,per cui fiprefumepiù cbefbffcro ingannate da efifio, che ueramentc,&perfonalmcnte foprafàtti, ò altri animali da un luogo al– l'altro trajportate. 7{on bafla queìio,cbe ifederati conquafi'anogli ele- menti,mediantel'oper adone de' demoni), eccitandopioggie, e tempefic, turbano le menti de gli buomiui, 0 Iettando loro totalmente l'ufo della ragione, onero grauemente ojfufcandoglielo; & fenza alcuna forza di ve– leno , con la forza, & uiolenza fola delle parole priuano quelli di vita. Onde Agoflino,ne' libri della città d'lddio,dice di quefii ribaldi. H i de – ment a concutiunr , tutban r ment e s hominum .a c (ine ullouenen i hau- ftu.tu 'olenti a tantu m carmini s interi m un t. Ter ciò apropofto d'efifi dìfic LucanoTocta. * Lucano . Mens haitflì nulla fante pollata ueneni Incantata perit. ETibullo Toeta, d'una certa femina ecccllentilfima Maga feriffe ife- Tibullo . guentiuerfi. UAC fe carminibus promittitfoluere mentes Qyas velit,efl alijs durai immittere curas, Sittcre a quarn fluuijs, & vertere Sydera retro. Il dotto Ouidioparimente, parlando di Micale Venefica diffe. Ouidi o . Mater erat Mycale, quam deduxific c attendo Sxpe rcluclantcs consiabat corntta lunx. E finalmente appreffo il giudiciofio Anguillara fi uanta rincantatrke L'Angui! Medea di quefla maniera. u * ' 1 \elmar, s'iouoglio, borplaco, bor rompo l'onde> F 0 la terra mugghiar, tremare i monti, E facendoStupir•l'ittifi'e /fonde Tornar fo i fiumi in sii ne iproprij fonti , S'io chiamo Etrea maria, ei mi rifronde. Egli
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