GARZONI - La piazza universale - 1589

E gli Austri, egli Euri al mio voler fon pronti / E, quando l'arte mia loro è contraria Dal ciel gli [caccia, e fa tranquilla l'aria. j E non è cofa nana, o fallace, che questi federati, & maluagi in • Ghie - col folfguardo le perfine jperche l'afferma anco la Gbiofafopra que fi diS.Vaolo. ò inferi fati Galatha : qui s uos tafanam i non obetlir e ueri- :ati ? Ouedice,cbe fon certi huomini,c'hanno gli occhi cofi infuocati, ardent'uche con il filo affetto&fguardo infettano gli altri,e Specialmen– te ifnncivlli,ridondando per la tenerezza degli occhi, & per la vicinan– za della radice de'fenfì agli organi dalla imaginatione il uele no de.U a ma laimprcfione interiore nell'occhio infetto de' Venefici,iquali( come dic : :u do hìccardo di Mediauilla,nel Qvolibeto terzo,alla queflione duodecima,& Mclu- t'Angelico Dotto-renella prima parte della fomma, allaquestione cente- fmadecimafettima, all'articolo terzo)infettai'aria uicina, & efìa in- Arifloulc fetta gli occhi altrui ; nel qual modo dice Arifotilenel libro de (omn & umilia, chei ffecchinuoui&puri uengon mac ch'iati, & guafii da V. Petrar- $> mf dodelladonna menflruata. perqueftoancoilVetrarcade gliocchi ia. lagrimofi della fua donna diffe. Che dal deflr'occhio, anzi dal deflrofble De la mia donna al mio defr'occhio uenne HciioJo- ( t H mal che mi diletta, e non mi duole. ro. Ctoh il roffire delle lagrimeuedendolapianger lei. In quefla cofa pe S e n o L- dlHtr h^erìfra dotti;perchc chi attribuifee la caufa all'aere am- Gralio ce bllnie ,che defirifee le qualità, delle quali è pieno, alle uifecre interiori, fare Scali come Uchodoro. Chi ah" anima, come Augurio Fcrrcrio. Chiallacon- c ro - tagionc dc'fiiriti effluenti dagli occhi, & all'aria inftemecome ifopra- i.iomp o detti auttori. contraqualiinuehifee GiulioCefare Scaligero,nel libro Pietro de d e Sulit fiate. chi alle celefli intelligenze, come il Tomponatio nel dect- Abano . mo capitolo del fio librode ^liincantcfmi. Chi aliimaginatione, come Paol o Ma Avicenna, Algazele,& Alchindo,cbi alla celeflegenitura del magoin- Au'o *Gd c a n t a n t e \ c o r » e Tietro a"Abano.& chi al demonio, che con la fua malt- lio. 2 n U a P uo P er diurna pcrmiffone a qu esto effetto cooperare Anftca come tengono i Theologi communemente. Vero d'Er'tpbila Venefica e Prucón.c proverbio preffoaVaoìo Manutio Ami s Eripluis./>w/.> c questa brutti Ifizonio . m a . t n c a n t a t r t c e haueua questa parte infe ,che qualunque animale Nicca. ' & occhirimiraua, fubito reflaua dal peflifero fuo fguardo in un tratto Ctcìia. auelenato.& queflo ifiefio auueniua a coloro, che da ipopoli Triballi, & Oaeficri- illirici,& da quelle femine in Scithia chiamate Vide, erano per cafo, <T Puiiftcfa- f c ' a Sl urai oro,ma!amente guardati.Di più Aulo Gelilo nel libro ottavo d fto . cebauer visto in alcuni libri d'Ariflea Vruconniefc,d'lfigonio,di Tfi i. di Ctefìa, dOneficrito, di Toliflefano } & Kgcfia Greci auttori antichifi fimi

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