GARZONI - La piazza universale - 1589
r 111 v t K. S u i s: AH T ^equìcquam Veneris prefidio ferox TetlesCefiariem ,grataquefaminis Imbellì cilbara carmina diuides. ES .HÌeronimo nell'Epiflola àgli Efesi] dice. InEcclelìa theatraie s rr o s -, H «r» dul i nonaudiantur,& ca.nùcz.Gregorio'Ponteficeparimente,all a diflin n i r c i " tione nonagefimafeconda,alcapitolo. In Sand a Roman a Ecdefìà,for– ma un decreto di quefto tenore. Qu a der e prarfent i decret o confutilo , ut in hacfed e fanóh altari s miniftr i cantar e non [debeant , folumqu c euangelica ; leótionis officiu m intr a milTaru m iolemni a exoluant . Ma più particolarmente inforgono costoro contea la Mufica organica, ® ri- thmica infieme,appreffo afaggie & giudiciofe orecchie non mediocrame te accetta,® gradita, allegando, che Tlutarco narra la poca filma che ne fece il Re Virro veramente magnifico,® generofo, al quale effendo in un conuito lodato un Suonatore per eccellente,& raro nella fiua profeffio- ne,moftrando di non tenere un minimo conto di tal ragionamento, rifpofie, uolgendo il parlare ad altro propofìto, che Toliper conte li pareua un otti mo,®jegnalatoCapitano. Antiftbene Filofifioancor'ejìobauendoudito nominare Jfmeniaperfiuonator di fiauto,òpiffero eccellete, difle ch'egli era fenici dubbio un uitiofio,che,fiefoffe flato huomo honclio,no haurebbe attefio a quellaprofefiione.lSlarranoparimente che Tallade, fuonando una uolta una "rampogna, & uedendo la fua ombra nella palude Tritonia, le parue effertanto contrafàtta,che dialafpezzò, &gettolla uia. Cofidi- conoàncora,che Alcibiade baueua rotto efpezjtato una di queflezampo gue portagli da Antigenide,ch'era il megliorfuonatore, che fife a quel tempo,uergognandofi difuonarlaper la bruttezza>che nella fua delicati/ fima faccia gli inferma. Sifieruono ancora di queflo, che Hieronimofan- toferiuendo a Zeta matrona, ®- infognandole il modo di nutrire in buoni coflumilafigliuola,dice.S\.uc\<L fì t ad organajribia.lyra,cythata , ad qui d fn&a: fi ut nefeiat . Hor cotefle > & filmili ragioni hanno gli impugnatori della melodia delfiuono dallaparte loro. Ma fi rifonde arditamente,che firiuolefono quefle ragioni à una à una,prima, perche Filippo Re ài Mace donia no riprefe Aleffandro fiuo figlìuolo,pcrche fi diletta/fé della mufica, ne Antigono li ruppe la citbarapcr quefla cagione precifa, mapche tfop pa cura fiprendea di quella,&per efja fidifviaua dalle cofie più importa ti del regno come giouene ch'era,douendofi la mufica ufiar fidamente per H>n diporto,® per un paffatempo, e non confumarui dentro la metà del te po,comcfanno moltiTrencipi,& Signori.Et quefla fu forfè lacaufa, che non la uolle abbracciare Alcibiade,per eh e à cofie pivgloriofe e più eleva te baueua l'animo implicato, & accefo,ricordandofi del detto di Solone, che ilVrcncìpe deue effer maffimamente occupato nella contemplatone j) ett0 delle cofie grandi. Et fiei Romani la difprcgiarono, quello auenne, per- s c E e ch'era-
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