GARZONI - La piazza universale - 1589
41° V ì A t Z A de'martelli,& dalla percujjìone delle corde dijlefe : T$ondìmeno Mosi nel quarto capitolo del Genefi ne fa inventore Iubal, dicendo che Ipf e fui t tei canentiu m cichara.c x : organ o . Et le fue note cantabili, perconfe vniuerfalcfuron trovate da Guidon da Arengo, huomo per caufa di fla inuentione meriteuole,e degno d 'immenfo pregio, & d'infinito Hor ritrovata quefla eccellente difciplina, confieguito marauigliofio qua da tutto il mondo è slata notabìlmete abbracciata. Gli Arcadi 1 , fe non mS te Atheneo nel terrò decimo libro delle Cene defuoi Sapienti ) haueu per legge d'impararla fin daputti, per cantar gli Hinni ordinati in bono Pòi! h ^ ^ ^ D e i ' S 0 ^'S aUano a l l e l e i& formate da Timotbeo, & oc. o f eno mu f lc i l n t o r n o £ qveflo,ripvtando cofa brvtta,& difforme il no fia Archilo- untare. Appreffo àgli antichi tutti diceVhilochoro,che fu coflume di c cho. tare,mentre facrificauano à Dionigio,& à Apollo.onde Archilocho ficri- ue quefleparole. Sic Regis Diomli j pulchru m cantart i Diihyiambicii m incipei e noni , uini fulmin e mence m perculTus . Appreffo à Greci maff mamente fu honorata la mufica da douero ; onde Themilìocle Athenie (per quanto narra Cicerone nelle Tufculane) fu riputato perfona indotta per hauer ricufato in vn convito la lira,e il canto infieme: & per il cotra Quintiha rio fu lodato Epaminond*Tbebano,per e/fere erudito cofi nell'vno » co nell'altro. Quindi narra Quintiliano nel primo delle fue inftitutioni,chefn un proverbio celebre appreffo a Greci, che gli indotti Uà da longi alle gr fie, <& alle mvfie. Licvrgo delle dnriffme leggi auttore tenue che la m ca foffe dalla natura data allhvomo, perfiopportare più agevolmente le tiche humane,e però la pofie à Lacedemoni in gratia fòmmamente. Che rò de gli auttori illuflri che l'hano maravigliofamente celebrata ? Vlaton la Rimo effer e vna feltra neceffaria ( come attefla Quintiliano nel p delle fue Inflittami) allhvomo ciuile,che egli Tolitico chiama. Ho N'arale dite di Achille, che egli cantava le lodi, e ì pregi de gli illvflri heroi mu ' Conti calmente;®" di Vhemio dice ancora ìfequèti verfi tradotti da Totale Conti. Tlvi ima norat enim bic oblctlamenta virorum Fabia Deumqvc bomiuumque canit qux plurima cantor. La qualconfuetudine dice Dinone nella hi(loria de i Verfi efferefiata I):r.one . ancora da i Barbari ojfervata.l Atheniefe Damone diffe ancora egli in h non dt'la mvfica,ibe le anime liberali & bvone fi dilettano di cantar d le lodi uclontierUma l'inique & recfionfolitc di operare tvtto il contrari j - Et Eupoli Comico formò infiua lode qvefli verfi. Res eft profunda mvfica,atque flexibilis, lnuenit &•femper novum volentibus Considerare. Arifiotile nella Iva Toli'ica diffe la mufica efìer fra le difciplinc illuflri collocata, la quale igiouenetti in quella antica età erano confueti i prin-
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