GARZONI - La piazza universale - 1589

46*o V I U Z Z A eaflello s'è buon tempo,par che figvafii; & fono ancora fauola de p che corron dietro à loro,contrafiacendoli nelgridare,perche cotal me flit roba qualche fembianxa con la pueritia,che in piombo,e in stagno lauo- ^ iti.cia- r a y ueiie pi a fi re>c fj e c o n i e f orme £ (erra if 0 [fa fa fabricareper ilgio~ Strabonc. co.Con qveflivaano quaft del parti Manticciari, me filerò, fecondo Stra- Lanterna- bone nel fecondo, trouatoda jlnacarfi Scitha. Et poco dificoflo uanno œ n ! r F a " Lanternari, e iLucernari,arte,fiecondo Clemente,dagli Egitti] ritrovata. P-uphorio Eu p^ or 'one nefiuoicontentar^hifloricirecita,ckeDionifiio IvmoreTira- uc. no di Sicilia fece porre nella città de Tarentini vna lucerna tato maraui- gliofa;c'haueua tantislopini da arder e,quanti dìfono nell'anno.Timachi- Timachi- da Rhodio nomina tai lucerne Fano ; & cofi anco oggidì nominatefono . cofloro fabricano le lanterne grandi per le [ale de'gentil'h uomini, per gli dormitori] de Religiofi,per gli gigli de'cbori,& le medioeri,e piccine d tt te lanternini, perferuirfene la notte fecondo i bifogni. Etiti qucfl'art efo– no eccellenti i Brefcianifi quali hanno investigato quella forte di la ntemi vi,che chiudono,® {coprono il lume,qtiddofì vuole, bêche oggidìfia prò hibiti quafi da per tutto:e in Brefcia,®- in Milano fi fanno quei laternoni grandis fimi chefieruono fu le torri de'porti, come a Meffina, a Ccnoua, a Malta, ®~ altroue, per moflrare ai nauigantiil viaggio c'han da tenere, per arriuarc in porto ; de'quali oggidì nella città di Treuigifi vede vna b ellisfima moftra, efìedofifiervita la Religione di Malta de maeflri d i que fia città per farne uno per il porto loro no meno pcrartificio,che per gran Chiauar ! ' f ^ £* ma >' aH! gl' 0 f 0 >di cui fi può dire (come dice Vlautoin vnafita Come ' dia ) cheporta?'ulcanoin un corno racchiufo • Dopo quelli porrò i chia- uari,chefon quelli eh e lavorano chiavi difierro,ferratvre,o cbiauature c3 le parti loro,cioe la laminaci catenaccio,le operefi merletti, & cofi ilue chetti cole lor motte manier e,et le chiavi fono o fode,o co leopere loro fihiette,o a raflello,o a crocco a bottonco in altraformatole limature, le politurcl'imbruniture,le cociature,& miti'altre fantafie che vano in queflo mefiierofilluflrato affai nella città di Vcnetìa,di Brefcia.di Mila- no,dove fi trouanomaeslri,che fanno chiavi per eccellerà da ca{fe,da p te,dafcrigni,con le ferrature loro natabilmente artiUciofeà maeflri delle quali fono dannettoli molte fiateperche coi grimaldelli infegnano d'apri le botteghe de'mcrcanti di nottee farlatrocini],®feruono ffeffo altrui, contra le leggi,di chiaui contrafatte per via d'impronfhponendo lor ìlef fi,& altri, à pericolo d'una galea, come interuiene. Gli Amiamoli fon j , r a °* quelli in generccbelauorano tutte le Certi d'armi dadi fenderfi,® da of- Virgilio . fenderecome i morioni e le celate dette latinamente galea, onero C'a da, perciò difie Virgilio nell'ottauo. Terribilem crìflisgaleamflammasque uomentem. Prorenio & Vropertio. Aurea cuipoflquam muta vit caffidafrontem.

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