GARZONI - La piazza universale - 1589
Capitone . 48 4 i A z z jt --SSf. S t Z n o r di tutti i membri. Benché oitheio Capitone adduca qneffaltra r gione,che quella mano,® quel dito fono i manco officiofi,® però l'anello quiuif ripone.Ma(per far fine a quefla digreffione) ritorno a direche bi fogna che gli orefici filano buoni diffiegnatori,perche ildijfegno è la chiane di tutti gli efiercitij;® che [appio. beUuorardi martello, etadoprarlop intagliar ciappe,® borini,& cofi anco lime,& cifelli; & hauer anco cer tifecreti che bifognano all'artiche fon mebri d'Mchimia,come indolcir l'oro,quandofijfe fi-agibile;® crudo,& colorirlo quando baueffepoco co lore,faldare,fmaltare,niellare,bianchire,dorare,® cofi hancr buS giudi- ciò nelfaggiare,partire, affinare,cimentare, & chi più di quefle cofe fa megliore macflro.Tre cofe infiamma fon molto flimate in tal'arte, l'inta– gliare,e far figurefo fogliami di baffo rilieuo,ò di tutto d'altrail bentirar di martello un uafio d'argetofo d'oro,che fia d'unpez^pfialdo,e be garb to.la terza il legar giuflarnete, ® co buonagrazia una gioia in uno anel– lo^ in altro luogo,lequalicofes'acquiflano ò p budingegnoso fgraprat tica.Ma uogliopur[coprir alcune operazioni che apprefio il uolgo loro ti gonoj [ecretUe prima il modo dell'indolcir l'oro, quando p qualche odor di piobofo d'altro c"hauefiepre[o,nÒ reggejfe a colpi del martello.Hor qfio fi fonde in crogiolo,efopra nife gli da uetropeflo, ouerounpoco difille al calicòcera,ouero tre, ò quattro pizzicate difolimatopeflo, et di poifi fa befcaldare ancorateti lauoro fatto no hauefie ilfino colore giallodlquale [egli da,ongedolo alquato di uerderame cofiale armoniaco difleperato c5 crinafo co aceto,&fi mette [opra gli carboni à[caldare, & poi ch't ben c aldo fi getta nell'urìnafbruflddolodauafi ancor a,foc edol bollire ìacqua co folfo giallo peflo,® quello fi fiaa gli arguti doratipiu che lauori d'o fifa anco uenir giallo co bollimento di rafeiature ,ò limature dì comodi bue,ò di caflratofò dipaglia tritafo co fumo dipene,òpur delle medefime corna.Maqfleso cofe che poco tepo reggono,® durano.L'argeto fimiltni te quado è crudo,et agro,s'indolcifice col mercurio al ceneraccio,ouerocì fonderlo cofialnitro,co tarlarono uetropeflo, ò co [ale alcali,® più altre co[e trouate dagli jilchimifli,purificafi la pelle di fopra,et [affi uenir bit co con un bollimento di tartaree[al comune, & cò alquanto d'allume rocca.Ma non uoglio riuelare altro per bora. Bafla che gli infìromttipoi di loro fono nella fucina il mantaio, e il mantacuzjfi, egli incudini fu cioè il taffo, il taj[oimo,e la bicornia, apatìe, a lingua di vacca, caccia IH fuoraftl pilello,le fouaggeja bottoniera, e poi i martelli,cioè la maz^ft' ta,il martel groffodl mezjano,da pianareda metter infondo,da reflr re,da tazje,da cucchiari,da coppe,da ribadire,da fiortire,martelli ton pianiji legno,mazjuoli,epolle tanaglila abbracciatoie,ògracinghe,à mo!le,ò torte,ò da tirare,ò piegatoie,ìe mollette da tigner la tinta de 1 dia mati,e poi le forbicine cifoie grofie,le nte\zane,le picciole,et appre lime,
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