GARZONI - La piazza universale - 1589

404 " P I A Z Z A da battere oro,&argento: al mercadante da la lana delle pecore, della :ra onc . ^ ua [ e i a ^ m m Q ^ e jg, M Q & ene f t f come dice Strabene nel quinto libroja più bina e la Figurina, la mediocre la Tatavina : agli Hojìi da la cor* Plini o n e ' a 'f cntcor ' * a pelle fottile da farpergamina. & in fomma è ta le, & commoda, che gli antichi ( come riferifee Tlinio nel libro trigefi mo terro)chiamauano le fofianze &/acuità col nome di peculio, & di pecunia ài qual uocabolo deriua dal hefilarne pertinente ali" arte pastora le,detto latinamente Pecu<;. 7>(el numero poi de' Tafiori fon compr Cantari. Caprari d'uno de'quali dlffie il Sanazaro nella fua Arcadia. Giambo Dimmi Caprai nouelle,e non ttrafeere, Sanazaro. Questa tua gregge ch'I cotanto iflrania, Chi te la die fi follemente a pafeere? Hor delle capre bafia quefiafolafiritta daMutiano de rifu, cioè ebe'm ariano. c Ótrandofi due capre inun ponte firettiffimo,oue non potevano riuolger- fì,& ch'era anco fi lungo,che non potcuano tornare adietro, pernatu- Pcgotari, r a i e '"Austria trovarono un rimedio,& ciòfu che unafi pofea giacerei & l'altra le pafiòfullafchiena. Cofiuengon compre]! iTegorari fra qua– li s'annouera Amynta da Martlale,<{r Fauslulo da Vlvtarco, Et co qstì Boar i i Boar'hcomefu Tytorno boaro, ilquale contefe con Milane Cromiate dii fortezza; & Thiletio boaro d'Vliffe; & Trimifiao che di boaro dluen tò Re di Bobemia; e il Tamburlano che da questo mefiieroperuenne al l'imperio de'Scitbi; il qual mestieroècofi bonorato per cofloro, quanto per qvello ancora,cheil Bve era adorato neli'Egitto ;&i Romani antichi mandarono una volta vno in effigilo, per hauer vecifo vn bne,come nar ^viceriio raVicenzo Cartari nel primo libro delle Imaginide'Dei, qtiafi ch'egli lu&la n hauefife vecifo ilfvo cotadino,et vn cariffimo compagno dellefve fatiche Porcari. ' C o n 1 ue fii vanno del parli Bvff'alari, <&• i Tore ari, fi a'quali s'annover qvel Sibote che ridvffe nella patria V biffe da nefìvno conofcivto. Cofi A tio Travio Augvre cblarlffimo, ilquale(come ferine Cicerone nel primo àe Dì\i \e\ìùoe \t )funell'estrema fva povertà porcaro . A'd'ultimo fi »«•» tana in quefl'arte gli kabitipastorali, come il capelloni mantello, e igrì gi,fragli instromenti, il baffone, le arme, la caldaia, le forme, la tino la,igiuncbifil caglio, leforfici, la pazzeda, e poi il cane con la morif e catena fua, il corno, il zaino,e la fampogna. Coi luoghi fi trouan lepa fiure.il capmnetto, la mandria, la stalla la, mangiatoia, l'aibio, la fa- lina , la lama dell'acqua, e il conile del cane. Fra l'anioni il far foc do, fegnare il bestiame , trarlo diflalla,precederlo, fegvirlo,gire alle paflure, portarfico le cofe.fiarfi atiofeopertefàrfi il capannetto ,firela mandria, cantar e,fuonare, far cestelle, ò cappelli, ò cofe tali, rauna il befilame, menarlo a c .ifi ,mettcrlo in(lalla,(lernlrlo, dargli à mangia- re,dargli bere, darlifiale, ingraffargli animali fargli montare ,ferba

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