GARZONI - La piazza universale - 1589
V i\ £ 1 V E K\S A l 1. 50 3 Ztfi fa per cofa certa, che anco gli Imperatori Romani, i potenti(fimi Re,ei Capitani famofiffimi non fi vergognarono dilauorare i campi, di maneggiar le femenze, e di mestare gli alberi, A questa fi ritraffe, de- pofiolimperio,Diocletiano : & Jlttalo JafciatoU gouernodel regno, Ciro anch'effo quel gran Re di Verfia fifolcita glori are molto, quando, venendo gli amici a lui,gli mofiratta un horto lauorato di fua ma– no , & alberi duini piantati, & polli per ordine. DAbdolomino fi legge, che fu affonto al regno de'Tirij, li furon portate linfegne regie Ì nando coltiuaua un campo. Di qui vennero i cognomi di quelle no- iliffime famiglie Romane dì Fabij,Lentuli, CiceroniTifani chiamati co fi dalla moltitudine & copia di cotejii legumite i Ciunuà Statduà Eubul ci,i Tauri, i Vitelli, i Torti], gli Annu], i Capra tutti da primi agricoli traffero,per communparere&fentenzf l'origineloro.Et iprincipali del lecittà dimorarono anticamente nelle villequaftperprofeffione: onde fi uerificail verfo delfirittore dell'Elegie. Centum idi prato fiepefenatus erat. Di più il Beroaldo in una fua oratione,dice che Italia trafft la fua de- il Berot nominatione daiuitelli animali rufiici, quali da Grtaiin lingua loro fon te- dimandati Itali : & Romani hauer tratto la loro difcendenza da perfine ruraliie noto,& manifesto per tutte l'Hifiorie principali. Aggiongi a quefle cofe{dice egli) che da gli agricola fi trabeuam, faldati fremi, tr– ottimi Tyroni s'e'leggeuano fuori della giove tà rvflicana;perche fono più fermi, più robusti, e forti quei corpi fenza dubbio,che alfiol cocente con affiduifudori fi vanno roborando, che quegli, quali fi ai ombre dclitiofe fanno [afonamente fra le cittadi immerfi. Et di qui per mia fe procede forfè, che i Romani, & i Greci edificavano templi fuor delle tittà a Efculapio Dio della Medicina, perche credevano indubitatamente quel– li dover far più fimi, che viueffero fuori alla villa, che quelli dentro al– la città. Hor tanta fu la cura delle cofe di villa prefìo ai Romaniche ne i giorni delle nonevifìtavanfi da loro le cofe vrbane, & gli altri fet– te giorni attendevano aliefìercitio delle cofe rufiiche ; & quindi heb– bero origine le fiere , & i mercati , che fogliono fhrfi più per gli contadini che per gli altri. Oltra di qveflo, efiendo il guadagno de* mercanti pericolofo , & infelice , quello de gli vfiurari vergognefo , & infame , quello de gli artefici afiai ffiorco , & immondo la fola agricoltvra par che fìa quella , onde fi cava vn guadagno slabilifì- mo , honefti(fimo,& nienteinuidiofo a chi lo feorge. Terò A rifiatile ne' fuoi libri Economici l'ha cbiamataunaprofeffioneprincipalifjìma , fecondo la natura : & l'antico Catone la nominaua vna vite efire- mamente fruttifera. E Tremellio Scrrfa diede a ì prati il privato del- j r e la bontà , effendo detti prati dagli antichi , quafi parati all'vtilt, h li 4 & gua-
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