GARZONI - La piazza universale - 1589
5 I O T 1 A Z Z U pioggie,chegli annegano la cafa,nelle rotte difiumi,che lofommergono, nelle tepefle,che lì{piantano ilgrano,e l'vua,nelle guerre che lo dittrug gono,nellepenurie che lo disfànno,nel[ecco che lo diffecca,nel freddo che l'ammazza, nel caldo che L'annichila,efinne ipiccioliuermicellidella terra che lo divorano. Il Villano è fordido quanto dir f poffa, conte quell chef/pitta fu le mani ogni dìfaluo che lafefla,e porta ifcalfarottichefa nodatonfofempremaì-.nemutadicamìfciafenon allofpontardette lu- ferte,o al rinouar della pelle che fanno ifcrpentfo dette corna come fa i cervi,laqval cofa anuiene una volta l'anno. il villano 'e inetto in tutt le cofe per ordinario,*!? nell'anione del cavalcare fi trova ejfer tierìffmo quel detto particolare cerca di lu i.ll villano non afperoni; efe ne ha,non nehafenonuno;eje ne hadve,non fon pari; efe fon pari nò sòJuoi;efe fon fuoi,nonhan correggie; e s'han correggie ,fon di corda. Sono anco i vi lani incivili affatto nella conuerfatione,come quelli,che, parlando con un gentili) uomo.tengono il cappello in tefiapernon raffredirfi, & unagam ha appoggiata fu un baflone,per maggior granita del lor ragionamento. Hanno ancora communemente la confcieza groffa,& maffime nel pigliar la robba del Vadronefervendofìdi quella ordinaria ragione, che fon trop po aggravatì,&angariati da loro. Quefla è quella che gli fa diventare furbi & ladroni, che gli fa tagliar le piante di altrui,rubbare i pali del– le uigne,entrar ne' vignali,e portar via le corbe d'una intiere, tagliarle biade innanzj tempo,afcondere il frumento al tempo del raccolto, neg la verità atte uendite,(corticar le pecore date in focida,portar la pelle padrone,dicendo che il lupo le ha mangiate,mandar gli animali apafeo- lar ne' campi d'altrfuenderle beflie inferme,o morte dafef effe, o auu l'nate,comevccifeapotta,ocomefane.TSfon parlo de tuttivniverfalmt- te,ma di color che tali fono.Quefia è qnella,che gli indvee a non tenerci to delle beflemie,à maledire gli animali loro mille volte il dì,a augurarli cancberi,morhi,pefle,il malanno,e cofe tali, a dir mille bugie delle qual nehan fempre la fcarfella,e il faccopieno, a fornicar volontieri cti le mo glie de' vieinUa tornar Gomorra inpiede,vfando bettialmete,a fprezjar la confeffionc annvale,apartirfi da meffainnanzi all'Ue millà elt.o andar ui almeno dopo haver pamb erato b cne,a tralafciar le penitenze che aggiongonoiconfefiori,a di/pregiare i voti fatti,aflarfopitinellaignoran Za de' divini madati a belliffimo flvdio,a dilettarci dìfivperflìtionUet d'in canti cofiin loro,comene ifvoigivmenti,a nonpenfare vniotafopralafa Ivte propria,a viver come befiie(per dirlo in una parola) dal Sacramen to infvora del Batte fimo che hanno addoffo. Hoggi dìfino i uittani ti come uolpi, malitiofi come la mala cofa, pieni di magagne come i uallo del Conetta,maladett cornei demonij,e in tutte le cofe ci fanno l ta,bauedo il diauolo'addofo,chegli regge,egligouerna : e quandofidice villano
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