GARZONI - La piazza universale - 1589
5 1° V I A Z Z J. fecondo la ragione,deurebbono efier di chi gli prendevo efpre/fa tirrani de talhora per temerarie gride fon ufurpati da loro. Quindi i lavoratori fon cacciati da ifuoi poderi,^ contadini fon tolte le pofeffioni, e i campi àlauoratorhchiudonfi ibofchi,eipratia paflori,per aumentareipafcoli ade fiere,affinc d ingranare, & dar piacere ai nobilitai qualifiolo ì lecito mangiarle.-delle quali 'fé contadino alcuno, o lavoratore pvtóne afl'aggia rà ,come s egli hauefie ofefio la maeflà del prencipe,infieme con lefiere i fatto preda del cacciatore, anzi qval befiia è impiccato, o ficannato dal Valerio P r *"P e > come Valerio Maffimo nelfeflolibreal tito. cieSeiicritaie.floA* Maflimo. diL) omitio Tretore Romano in Sicilia,qual fece crucifiggere unTafto- re,c haueuaprefo un Cinghiaro, con tutto eh egli n'haueffe fatto unpre– finte à lui.Terò Giouanni de Tlatea, & Guglielmo di Benedetto famofi Giouaniri Givrificonfvltiiengono,che ragionevolmente fiprohibifca ai contadini la Gufiamo c a c c , a ' a c c ' ° c h e 1 ue ft° efiercitio nongli impedifea da lavorare i campi di Bene- c ^ e t o r n a n o a beneficio delpvblico. Et per questa regione forfè è inhibi- detco. t a In Francia a contadini, & aperfone ignobili, che in meftieripiv utili Gaguiao . hanno bifbgno d effercitarfi. Ludovico fecondo ( comeriferifice Gaguino nel libro decimo delle fivehiflorie) nel principio del fivoregno prohibì qvafi affatto ogni confivetudine di caccia,rifervadofi a Ivi la lueza'come anco in Italia molti de'noftriTrecipi fonfoliti afàrl'inhibitioni ,et certe riferuate di luoghi particolar'hle qualife fiano o giufle,o ingiufle ,dichia- ra l'Armilla non men liberamente,che chiaramente.Oltra di ciò danno gran nota alla caccia i danni che fi fanno ai campitile r clve,ai frutti del le vigne,alle piate novclle,ai feminati,cofi le fbefie inutili,® fvperfiue di tanti cani, che salleuanoper questo efiercitiotumvltucfo,® fup 'rlo ;on de i cacciatori confumano la robba,®- diuegono aguifa d' \Atheone frac ciati dalle fiere fi perde grandiffimo tepo;& s'incorre nel pericolo di m te (firfiefiate,come più uolte incorfe Adriano Imperatore fecSdo il tefli memo di Dione.Ma fbpra tutte le cofe,quefio efiercitio fià malìffimo nel– le dÒne,per efiere una oc cafone euidente di ritirarli all'opere lafciue, CO me fecero Bidóne & Enea prefo aVirgilio nel qvarto: e Dafic,® leu- cippo prefo a Tarthenio negliErotici.iRe de'Terfi (comefcriueSenofon •• te nel primo libro dellaTedia)L'bebberogidin pregio,come vera medi- tationedelle cofie della guerra,imperò chela cacciagione ha infe unctr to che di battagliacene che la fiera tffiofia ai rapaci cani,colsagefj>ar fb,et levifcerefiracciate,eriportata comeintriofoa cafiacò fivonidic «r ri,® ululati di cani, dalla grofifa comi iva de' cacciatori. Mitridate fr4 gli altri !{e di Tonto fv tato uago diquefio meiliero, che flette fette ann alla capagna, fenzf mai pofarfott'alcvn tetto ,per attenderfiolamenttì caci iar fiere; ma io dimando a colui che fcriue queflo,chi baucuafia tan to cura,®- governo dt l regno ? Domitiano Imperatore u'attefe arde mtn- Scucfo n te.
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