GARZONI - La piazza universale - 1589

•p 1 JL Z Z u può sìarc dafe medefimafenza memoria naturale, la quale fpeffe volteè rotta, & hterrota da monfiruofie imaginì & figure, che l inviluppano in modo,cdi talefimania &firen8fiìa circondano il capo, che da infinite cofie intricato non fa dove rifiolucrfi,& qual cofa debba più ricordar /ho le co– fie principaliintente,ò l'imagini diuerfieperefie fabricate. E cofianotabi- le,che fra fenfi interiori deli huomo la memoria è il più raro,& eccelle» Hatìrco te '^ ^ &eforiero>& cuflode dì tmti.Terò M.Tullio diffe,ch'eUa è vn ' cinnetaefpreffodellaimmortalitàdeWanima,&disunitanell'hvomo.Et ilfamofio Tlinio la chiama b ene fiommamente neccfifario alla vita Et Ti» tarco Antifirophon di diuinità,che -puoi dire equiualente di virtù alla di /.franici. uinità,poi che rede il pafatoprefente,& ejfa è vno armario di tutto quel lo che impariamoàntendiamo, & vedemo . Jlfranio fattore nobiliffì- mo, per commendarla, difife, che lafapieivza era figliuola di lei. Bora i Filofofila diftinguono in due partì,&luna chiamano apprcnfiuad'altra ritentitta perche vna facilmente apprende, e l'altra agcuolmente ritie- Ariiìotiic ne. Et ^.rifiatile 'a quefio propofto diccchegli acuti d'ingegnofionopre sii nello apprenderei languidi nel ritenere,& i rozzi per il contrario con difficoltà riceuono, & apprendanola lo fiofentanopiù . Onde Tlu- tarco dice,che negli huomini accade camene' vafì, c'hanno molto slr ta la bocca,i quali fon molto difficili da empire,però fono in minor perico S T I lodiffiargerfhcofifonoi rozji d'ingegno ; & gli acuti fono come iva la. 3 ddla bocca larga, i quali verfan fidimele quel c'han di dttro. E S.Tho mafo dà l'efepio della irnpresfione che fifa nel metallo,&di quella che fifa nella cera,paragonando luna à quefio,&l'altra all'altra. De' fan- Aaicenna c ' Ui llìparticolarmente dice Uuìcenna nelfieflo dcfuoinaturali,che,fe be ne han tenero ingegno,con tutto ciò tengono a mente affai, perche h l'animo ripofato,efenxa carico dipenfieri, ondele cofepiù tenacemente fi fermano in loro Ma S. Thomafio rende vn altra ragione dicendo, che là cofe,che caufano notabile mouimento nell'buomo, reflqno più ferme n la memoria,et perche a ifanciulli la maggior parte delle cofe paiono n ue&gradi,per quefio gli refiano nella memoria falde &fifife. Quefia me moria è quella, che da gli Oratori è posla per vna delle principali parti Qujntili a oratorie. Indarno(dice Quintili ano)fii amo ìnfegnaiufe ci fear da quel tan no, to chehabbiamo imparato; & quefìomedefimocommada,che quefiapo tenxa effer citata fila, per l'ufo, & l'efiercitio mirabilmente l'accrefice, & coft di naturale diuenta artificiale. L'artificiale è quclla,ch'eff endo of– ferta da Simonide a Themifiocle Atheniefie,riß>ofe(come nota M.Tullio nel primo del fuo oratore) che più volantierib auerebbe accettato l'ar della oblìuione,che quella della memoria,perche(dìfi'egli) di molte cofe mi ricordo che nö vorrei ma no pofifofeordarmi di quelle ch'io vorrei. Quintilianotfchernedo l'artificio di Metrodoro,diffe cbelafuafuvani

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=