GARZONI - La piazza universale - 1589
- V ^ IV t K $ & L E - 5* 9 to CdYOyChe fempre lo cbiamaua amico,® copagno .il gran Turco Abraì no Rafia: Arrigo Re d'Inghilterra Thomafo Moroie il Re Francefiopri- uo il Coteflabile di Fracia dellafua gratia affatto: il Duca Federigo,Gui done Gonzaga;® altri han fatto l'ifteJfo,quadolor ì occorfo.Oltra di que fio la continenxaia verità, la lealtà, lafede, la patienzffipra tutto e la costanza è neccflaria a un cortigiano.per questo il dottisfimo Celio uoUe Ccfio C chiamare ilfino trattato de Vita Aulica,Trattato dipatiertza.e al corti- cagniuc . giano fi conforma quel detto fapientisfimo d'Epitetto Stoico. Abitine,®- Tatere,perche con quefli due effetti virtuofi fi rende valent'hvomo. Ma fi tu troui oggidì un cortigiano,che nofia ambitiofo,® che per qvep.o ri fipettofolosnon fienti la vita fua come vn cane nelle corti defignori, t ra– mando pur qualche vfficio,o dignità,che al fine lo rileui,&confili;® che oltra di donò fia uno adulatore,e un Infir.ghiere, facendo come vn'altro Ari(lippo,che confermaua il bene e il male di Dionifio Tirarmepcrfeco dar la volontà del Trencipe con apertafimulatione;& che non ofjcrviil ^ . ^ ^ detto dell'Ariolìo in quella Satira. TaZjCp chi al fuo Signor contradir vuole, Se ben diceffe che da mezzogiorno Viflo ha le steUc,e a mezja notte il fole. Et che non accetti prefenti,e donativi, per fare vnagramma relatione al Signore di dueparole,o prefintare vna infelice fipplica di tre righe: & che nò fia venditore della fua lingua,e de fuoi paffi,come un uiliffimo be\ \aruolo;® c he non facci efleriormente dell'amico,® del buon copagno con tutti alprincipio,per acquiflar credito nella corte,e impadronirfi del Trencipe:® che nòfia un malitiofo e fofifìico machinatore d'inganni, di callonie,c di trovate,per sbatter queflo,® ruinar quell altro fuo emulo; & che nòfa tutto lindo e profvmato,come un Spagnvol div'alcnza,alla guifa chel'Arioflo dipinge Ruggiero nella corte dAlcina lafcivo ne've^ fiimenti,alfettatonelpafio,morbidodiperfona,ociofo,uano,giocatore,me 'litorc,bcflcmmiatore,disboncfloJeccardo,® con tuttala febiera de'vi- tij,che in lui deferiuono il Tolìcraticodl Landò,® Giovanni Vallenfc nel fuo commvniloquio;allhora queflo tale l'ha daporre fra lepiv rare cofe, G i o u Ì che fi chiudono dentro a frigni, et s'ha da ferrare come in vnfeatolìno di Valeof: . mufehio ® di zjbettcper cofa pretiofi da dovero. Et meritamente dico quello ;pcrc he oggidì molte corti no fono altro,chevn collegio dhvomini deprau ninnaraunanza di volpi malitiofi,vn theatro dipeffimifatdli- tUvnrScuola di corruttiffimicoflumi,et un rifugio di disboncsTiffmc ri- baldcrie.T^on ferrea caufa(dice il MÒdogneto)fv poflo aflo nome di corte alle tafe deTrrncipi,nelle quali in effetto tutte le cofefion corte & brevi, fi no le malignità e le ncquitie,chc fono ppetue.e quado vno entra in cor teallhora s'apparecchia il finite cetra 7 <!afica,il Filifieo cotta David, Li il
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