GARZONI - La piazza universale - 1589
V * t J V t \ S A l E. "j f tù,Offeruat'ioni,Cenfure,Antidotti, & altre inucntionìttìmprudentifii- ma temerità ripiene? Ma co quanta [celerità insorgono cotra ai libri del la/crittura ilìefla,negando(comefhn Lutbero,& Zuinglio ) i libri delia Sapienza, dell' Ecclefiafiico,di Tbobia,di Heiler, di luditb, di Baruch, d'una parte di Daniele,®-de'Macbabei*ome Apocrifi* t d'incerta aut torità?& del nuouo Tef amento l'Èpillola di Taolo a gli Hebrei, l'Epi- ftoledi Giacobo, & Giuda, e la feconda* terrea di Giovanni, comepoco Euangelicbe, & indegne del nome Apoflolico? «nero ntll Euangelio di Giovanni, l'Hifloria dell'adultera come fu Calvino ? Ouero l'ultimo • capo di S.Marco*ome faMufiulo? oucrol jtpocalijfc di Giovanni, co– me fan Lutbero, & Erafmo ? Ouero affermando tutto il corpo della fcrittura efifcr corrotto, & falfificato dagli Heb rei, come fanno i fanati– ci Anabatiifii? di maniera che ragione grandiffima hebbe Origene di querelarfi nella epistola agli amici Altfìandr'mì, fpargerfì da gli empi detrattori dellafua fama molte diffutationi centrala fede della Cbiefa fritte col titolo del fuo nome,&meritamente fi dolfe Leon "Papa fcrivtn do a Martiano Augnilo, che le fve Epillole fòfferfiate da gli beretìci deprauate,per prender quindi occafione di farlo partecipe della bere fa .de?jc(lorio. llcbepiu anticamente fece Taolo, nella feconda aìThtf- falonicenfi dicendo . Rogamus u o s , ne rerreamini ex epiftola tan - quam pe r no s mi/la, nemo e n im uo s fedurat ullo m o d o. T^pnfiin que– lli maluagìgliinuafori de' beni ecclcfiafliciti micidiali dell'anime catho liche? i deflruttori de'Regni, & imperiti promontori delle guerre?gli incentivi delle difeordie? ifulmini e le tempeflefopra la pace del mondo uniuerfitlc ? Deh quanto ben difie Giouan LattiftaTignajicll'Oratione c i o i ua funerale per Francefio fecondo Re di Francia, parlando della Reti- Batiifu gione, che indebilita,non cheJpcnta qucHa,rimangonogli huomini ff>o- P'S"*» gl'iati della humanità* pieni di fierezza, fi fciogliono l amici tic de' citta divi , minano i magilìati, & fi restringono in piccol luogolc gran– dezze de' Trencipi, & fi riducono in fumo. Et Monfignor Guiddicc'to- „ l l o , C t l ' i ni ,inunafuaoratione al fenato di Luce a, non mostra con mille ragioni di cuoi». daliherefìe proceder tutti i danni alle cìttà*hc poffbilifono? Ma fe ben tentano d'opprimer c'ufie ben magnificano le forze loro temporati,allega- do le l{egine d'Inghilterra,! Duci di Safioniaà Lantg rauijà Coni: Talati ni,i Cafi'tmir'hi Guoi di Fiadra* grà parte de' Malcontenti, gli /ugonotti della Francia, i Caluinifii e Luther ani delle terre franche, quei di >al di Lucerna, quei che regnan fra Sttizzpri, e Grigioni, con altri loro confe– derati, ejr che niente filmano l'Imperio, il Tonificato, il Re Chrilìia- nifiimo, il Re Catholico padron di tanti Regni, le forze della Republica Veneta, e di tantiTrencipid'Italia, con tanti altri di Germania, &• di EranciapurCatbolici,doitc chel'imperio loro e come una piccola lfio- ll 4 letta,
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