GARZONI - La piazza universale - 1589

È *DEL CONVENTO DE? MALEDICI, ' 8o,ehi,fe questa è pur unnT?ia %^a, tè come quella di Granarucb,o di Gat tia,doue non fi uede altro che Herco di vaccaie latame di slalla da ogni ban da. La conclusone delia mia fententaè questa, (p er fernirh.b r euemente, perche non ho studiato Qn &cchiarone come uoine Virgilio Castagna, ne HoratioVenetiano,ne Satustio da Chrifyino,ne quell'altre, che fi chiama, Nafonem petitojche costui,ehafatto qflaViazjal'habbia fatta daBuffo ne,percbe certamente darà da ridere, a tutto il mondo, e noifaltaremo per tauolìeroaogn'hora,percbe,fecitrattaràda 'Buffoni, e noi buffonando lo faremo apparer lui un Tiouano Arlotto appreffoa tutti. Horfu fìaremo a uedere. Battoriueìatórede'furti di Mercurio a Apollo lignifica la congiur a all'Autore. S E ben tal uolta il rutilare le cofe fattiti è preß non filarne te in fmiflra parte da chi t'afcolta, ma conpregiudicio eftreffo s'incorre molte notte in periglio della ulta con tutto ciò non s'hà dareflare difafferuitio allcper fone,quando il bifogno Bringa,& di due mali fempre fi dette eleggere il mi– nore, comportando cofìlafapienza,&confideratìonemondana.Da questo oggetto moffo di farferuitio a te fe ben mi metto a manifesto rifch'io & del l'honore,&della ulta, ti fo faper, Garzoni, che mi fon ritrouato in luogo do uè con le pprie orecchie cofì di nafcosto ho intefouna congiuragrandißima c'han fittto contra di te alcuni maleuoli mefchiati con certi pedanti, & con alcuni altroché al parlarrozp,&groffo confidero,che fan tutti ignoranti & goffi & in quell'adunanza loro fine fon dett e delle belle cotra di te da do uero,& s'è proceduto tanto auanti,Chaurai non picchia fatica disbrigar– ti dalle calùnnie loro, & èforza che per honore tuo tu fodisfacci al modo, & facci constar che fetta è quesla,laqual t'ingiuria,& dishonora stranamt te,e tiene animo di far di peggio,ancora,fe tu dafaggio no fn presto a rifen tini decoro affronti.Leggi qfii firmoni,c ban fatto infieme de'quali bòpre fo io la coppia con man corrente, e te gli porto innazj per questo,acciò che tu comprenda con quanto amore tiriuelo la co fa, nemi trat tare da re- ftrendario,& da Wione,percheafare l'ufficio cbefo co^e } mi muouefilarne te unfinceriffimo amore che tiporto,come altre notte ancora feci ad jlpol lo delqiiale fi che tu fei amico, p no dir deuotiffimo in ogniguifa.Se queßo ufficio mio ti piacerà,fallo constare almondo acciò ognun fappìa che Batto ègalat'buomo,& che Mercurio bebbe un torto etpreffiffimo a cagiarmi in altra forma, quando riuelai quel furto atroce delle uacc he d'^irgo,& che i pietofì Deimojfi a pietà del fatto mio,con ginst itia, &eqtd mirabile fi fono compiaciuti di restituirmi laforma propria,acciò riuelar poteffìa te cista congiura, non però fitta contra dì te foto, ma contra eßi ancora, come da questi parlamenti ueder potrai. 1>elmio amoreuo le ufficio non ti chiedo, 2 altra

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