GARZONI - La piazza universale - 1589

?4* P t J Z 2 A Efpeffo dell'irate onde i romorì Gli fan mercè chiamar con alto grido, E quando ha d 'arricchir più certa ffieme, "Perche la vita,e laffi eranza infieme. ^mirando poi più à detitro,& dificutendo ben laforza di quefla profeffìo ne io la ueggo la tutta Bracciofa d'ogni bada,et ruinata,cociofia che mi v e uitij,® diffettìfi comprendinoin lei. "Prima non è mercante, che con belle,® melliflue paroline non cerchi d'attaccartela^ con mille giura- menti,® fimnlatifcongiuri furti credere quel che non è della fua robba, Horatio. & mercantia.La onde Horatio Poeta dice bene àpropofito dì efì. Multa fidem promiffaleuant,ubi plenim xquo Laudatvenales qui vult extrudere merces. Contrale frodi de'quali il moral Poeta ci da quel documento. T^pli tu qtiadam referenti crederefemper; Exìgua efl tribuenda fides qui multa loquuntur. Andrea Ma Andrea Fauilelino àpropofito de'fpergiuri mercantili la sfodra Faufteh - m egU 0 i„ q u e ì d u e v e r ^ "Periurata fino poflponit numina lucro Mercator,flygijs non nifi dignus aquis. Secondariamente gran parte diloro tace àpoflai dìffetti della robba,e t moflrail nero per il bianco per ingamiarti,c trappolarti, fe po /fibile fi E nondimeno per la legge delle dodici tauole èfatuità la pena anco alt cereinfìmili cafh&per la legge Aquilia il uenditore è conftrctto à dire tutti i dìffetti deda cofa che vede-.oltra che nel foro delia confidenza, ch' il principale^ fai obligo à pieno che t 'ha di raccontarli.E ben uero,che quel Mercante Genoefe diceua,che chi haueuapaura del dianolo non ceua robba,eflendo che malamente alcuno diuenta ricco fienza ingann E però nel ueder lana,lino,feta,panno,porpora,gioie,fpecierie ,frumeti,ce ra ,oglio,uino,caualli,beflìame,® altre cofe quaft fiempre ci han dìtro li magagnaci) èpiù propria à loro,che non era à Beltramo di Maganza , a Vinabello,ne à Gano. Qjteflifon quelli che afifafifnano il mòdo molte uolt con le robbefhlfifrcate,con le mercantie corrotte & appefìate,che pongo no careflia nelleprouincie,® nelle cìttàfoflentado la uittuaglìa difouer chio ,e tenedo la robba afcofia,finche il gentil huomopouero, ® la mif plebe cafica dalla fame per le flrade;chefhnfàllire quelli® quell'altro cr editore ;che intricano,® ficorticano i cittadini con fritti di mano &cl oblhationi c'hahno il dianoloaddofo,che con mille ufiurcet ìntereffidm rano lafoflaza di tutta laplehe,che crefeon il predo allerobbe ,et me ne penuria quando lor piace-.che augumentano le lor botteghe ,et me tieperfàs,® nefhs: che molte fiate tafano le monete in dSuo deTrcc che bora fanno inalzarefbora abballare il ualore di quelle In p di molti

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