GARZONI - La piazza universale - 1589
5/0 P I U 2 2. J vno ufuraro,potrebbe l'altro fratello far rompercfecodo la legge cìuile, quel teflamento,qual per l'infàmia è irritto,&nullo, come dicono i leg- giftifenza dubbio alcuno.Dìcono ifacriDottori,per maggior detefiatìo- ne delle ufure*hel'ttfuraro offende communemente tutte le creat pere -che egli uede il tempo,ch'è una cofa comune à tutte l'hore.O ciòfà ingiuria a tutti i Santì,e a tutte le Sante del cielo,perche connume ra nelle ufure anco le fefle loro, non potendo manco patire di lafciar fu il dì di T>(atalc,ouero di Tafca.Et aggiongono à quefìo, chel'ufuraro non merita,che allafua morte gli fa cantato il requiem arternam > come fi fu agli altri Chrifiiani,perche non battendo egli mai lafciato quietare ifuo debitori in quefla uita,no merita d'udire il nome di quiete per fe fieffo n Tra Mi- ^'^ra.Macbiuuoluederpiu cofedegli VfurarUleggailSermone feffa- ch:ir ' da Z e fi™o di Fra Michele da Milano*i Trattati de'ueccbi,& moderni Som Milano miiìi.cbe ne parlano in altro modo che per difcorfo.Bafla che il Bachiere quanto alfio ufficio,poi mette à banco,dà à cambio,tuole à cambio fu Ut tere di cablo* ne riceue,nota partite di crediti*t di debiti e t cofe tali.e l'nfuraro da ad ufura,piglia à intereffe,impegna,paga l'ufuraad altri,ri- fcuote ilpegno,&fii fimilialtre attioni.e tuttadue vniti infieme no hàno l'occhio ad altro;che al denaro* alla robba,ne fi rauolgonop bocca altra fenterrra*be quella dell'Ecclefiafiico aldecimo.Vecvnix oberiun t otn Gumena - nu,p erc he bano la pecunia per quella Dea,della quale ferine Giuuen Et fi funesta pecunia tempio, 'bfondum habitas,nnllas nummorum ereximus aras. Perilo. £ * hanno foro in luogo d'un Dio tal che Terfo dice beniffimo. Trimaferè vota,& cunclìt notiffma templis DiuitÌ£ crefcant,&opes,ut maxima tota Kfpftro fit arca foro. Et fi fondano fu quei iter fi d'Horatio non poco. Omnis enim res,diuina humar.aque pulebris Diuitùs parenuquas qui confruxeritjlle Clarus erit,fortis,iufltts,fapiens,etiam Rex r Etquicquidvolet. Mcrciari. Ma dietro à quefli ttanno i piccioli Merciarifi quali fon neceffarij nelle e tà,&fn nelle Mie, per la gran copia delle cofe, che per l'ufo quotidian fon confuetià vendere*ome tcle,ren%i*ambrai,bottoni,agucchie, de d li,pettini,fonagli*embati*oltelii,ftregbe,pclli*ordclla,dob^ finite altre minutie;doue fon peggio de Speciali,che ancora loro tengon in bottega un mar di cofe da ferttire quefli*tquelialtro.nefon different cotefii in altro da'Mercati,faluo che par che i Mercanti fi celano lamtt cantiapiuingroffo,&effivnpocopiubaffamente,&fottilmente. So– no artefici di gr ondiffimo guadagno ;&fe non foffe che troppa gente
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=