GARZONI - La piazza universale - 1589

V 7^ I V E 71S J. 1 E. 5 j j onerò che non b accotnmodata con ordegni conuenienti, &fibtffic volte fi volge in traticrfiio, ® finalmente par che no li vada à verfo,nc perla fa tafìa da parte alcu /ia .Oltra dì ciò qnefi'arte ricerca vna afififieza tato af- ftduacb'è veramente vnoflcnto,nópotendo i molinari far di manca he non fiano fimprc in voltalo con gli afini, e i muli à caricar-tinnito ppor tare al molinolo a riportarla farina a cafi,'o afar girare i caualli dal pifi trino,oaccomodareiperpÌaicoli,ilpalamitoderuote, le botti del moli- no,alzar le moli,ritterfiiarle,toccarU di martellctcrle dipefo,e lfar n.ìl V altre fatiche penofee traitagliofe di [oucrcbio.Oltra che ordinariamite c'interuicnc tataffiefeche pochi molinari fi trouano, che no uadino cll'- hoficdalcrimanedo falliti marci ilupi delle voltccomcfi vede ; perche horagiocciail tetto del mo!ino,bora il canale fa dàno, boral'acqua non corre,boras'c rottala cbiiifr,bora l'acqua fi gli menafecoda,hora fi/fez^ Za ma ruota,bora qualche barcagliurta dentro,egli affonda,bora mar cifcoiio ipali,bora uà in malhorc una botta,® horas intende vna ruina, bora vri altra Et di più s'affittano tato caro,o s'incatano tàtoaltccbeno ui durar ebbe lo sfrifato cor. tutu i luci auanzj • Vri altro difetto ancora prouanoimiferi molinari,cheperlo Strepito,® rumore,che tuttalanot te,c il Storno fanno i malini,diuigono lordi,® balordi come afm'u&fem prc hano un certo tintinnamelo nelle orecchie,che da per tutto doue watt no, portano laimpresfione de lor n, olini di dentro, & nel più bello del dormire,vengono col boccone in bocca defiati da quelfiuono importuno^ faflidiofo,cbcglipriua d'ogni quiete,® ripofo d'animo,® di corpo.Codo no ancora per l'acque vitinc,et molte uolteinfettcmille humidità di te sìa,mille doglie di capo,et muoiono qualche voltati primo anr.o,che co– minciano a lauorare neimolini,pcrla corruttione, che fico porta il luo– go infelice,® dolorofo. Oltra che cofi d'cS~iatc,come à'inutrnopaffano coi piedi molli per il fango brutto,® per ilpifcio da/ino,® di mulo,® cdo no il cato vicino delle rane patanofi che gli afierda l'orecchie, con mille altre mifirìe,chc gli fan copagnia da tutte l'hore. L'hauerc i mcimtri il fiato martioà piedi pieni di fu dorè, l'aficlle che putifior.o cerne lacerne dibecco,ò comcl'arrì : ge,e le botarghcftl volto carico di ficcidutr.efdna fi che cola giù da ogni parte, il vefiito imbrattatodi poluere, & faìna, la ciera da Hcbrco Lenatincè quafiunproprio in quarto modecke p nef futi patto ardifeedifepararfi da quegli.Ma i viti; pei fuperano di già Un ga le mifiricpi rebe certami te non fi troua mefiiercdone tutti fan ccl- ti,e trapelati come al molinc,cur fi pela stza clpafi:cne,et fifitrtica col rafoio da Barbiere d'una mala firte tutte le fiecie ci pei fine : e preti, e frati, c monache, e gcntilhuimir.i, c fignori,eplclei,e ricchi, e peneri d'ogni forte, lutti fin damolinari e gabbati, ® ruibati ,fir,za rifguardo più d'uno, che d'uri altro: abcr.chc dico.o d'hautr qualche ragione che f*

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