GARZONI - La piazza universale - 1589

V TX / V E / \ f A L E. f t - ntl quinto libro delie fu e bifiorie, con quelle parole . Vi bi ri eque n n u – dar multitud o ioftitoru m opincumqo e rctcìfM. Con quello di Ncgoci a tores , ch'importa l'ifteflo. Onde Labeone dijjcalpropofito . Negociar o rcs feiu uidentur.qu i pispolit i fun e negotijexercend i caulj .cJr aWulti PIO con quello (ti Procuratore! . Laonde ilfuddetto ripiano,nel primo libro de Piocuratoribus, & Defenfonbus,<///? e Procurato t eft.qu i alie – na negoti a mandat o domin i adm i mitrar . Horadi quefa prof e (font è commendata la fede, la diligenza, la folle citudine, la pr attica, U pru– denza » Vifycrienrad' accortezgayla caritàda bontàda cortefia, quando fi trovi tal fogge tto che dia ricetto allegro alla vir tv.ne vogli fare come i più fanno,che trafmutati in afhii come Apuleio,danno bando perpetuo alle buone opere,& hanoperfolcitegloria l'e/kr chiamatipoltroni.igno ranti,&arciaftii in tutte le loro attioni.Dcl numero di quei virtuo /i f ;t Caio Terentio Garrone,ilqual difemplicefattore pervenne àgrado tale, chcfu,per tejlimonio di Liuio,Confule benché infelice nella pugna di Co. ne contrai'Africano Aunibale.Ma di quella razza di afini di Tugliafu Giuda tradìtor evergogna* vitupero di quefta profcfiìoneil qualeper ef fere un ladrone nclfuo ufficio,®- un villano indifcreto,pati degno fuppli- cto aifuoi dimeriti,rcfando appcfo,& feoppiandoper mezzp,comc afino fovcrebiametepafeittto della robba d'altri, l'ufficio di cofloroèdi notare, &fcriuere al libro l'entrateleffefe®- V ufeite de'padroni, nella qttalco fafon tanto femplici,che non fanfare quaf mai d'un dieci un cento* d'un cito un millene fanno accommodarc le partite per bifeflo,ne ti -.i /portare ààjtn libro ali altro,paflettare iuiluppi afegno,ne fare un bilàcione che facci declinare la metà della entratalo lafouerchia ufeita che afiegna- no a quella T^el coprare la robba,\> il più so [oliti d'attaccar fi al peggio, per (fender poco,®-ri/farmi aree/fendo lor più grato ilfpudapane ,chei luzzi;e l'acquatelleche i sfoglile cappe che l'oflreghe> la vacca che il vitello,!pafarott'hebe itordi,& uoleilo il marzp in ogni cofa,eccetto che ne i capetti di Romagna. Si uedono tal volta quelli pidocchio/! furfanta re peruna piazza tre bezzi di ravanelli, con due cime d'endivia bianca, ®fare attaccati a vna cesia tvtto vn giorno, avanti che comprino vita ZJtcca da porre in agreste* quattro mafenctte da dar per collationete gi rar mille volte intorno alla piazZjt*t ai portici prima che fi facci mer– lato di vna decima d'otta da far una fritat povero difcigabarclli da fin,? te da honorare iforaflieri.-ne mai so fiatv t difeorrer pie botteghe à veder feti cauiara vecchio fi tir afe per forte a'gatti, òfeilbmiro rsiiofigittaf fe dietro ai cani*fido lor proftffone di volere il fale tei termi,® di co– prare cipollaperfinocchio . Quando fc ne uengono à cafa-per auai .zerc un bezzo nel ceflaruoleportano alcvni di loro le fue rane nel facciolttto da cucinar nell'acqua alla Tiacentina*uero(per accarezjart la briga- ta)

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