GARZONI - La piazza universale - 1589

55<5 T 1 A Z Z A ta)nell'oglio di rauazjpne :& con due Sei leni Triuigiani, e UH ma Xp dìporr: Cbioggioti,e tre nauoni Ferrarefì fumo un coniato egregioda patronuet mifieri come fono. 7fodico[niete delle fritate Fioretinepiu fotti li cbe'l vetro da Murano,delle mìneflre da Anabattisla,de 'Totaccbi da Hebreo,delle torte, oue il Matthiolo caccia tutto il libro delle fue ber– bere tortell'hdoue ißgiuoli Cremanef ß dolgono tomamente keßere in odio alformaggio Tarmegiano,de'rauioli che filametano d 'hauere perfo il nome di torta,e trafinutarfìseza effetto realein fede diferetcde' ma– ch eronì che fi puon gettare co le ballefire dienro ai barbagidni ,ddlefrit tote che coflocchi di rofmarino brustoliti paiono tati carbonifotto i diti, delle amadolate,oue il rifo,fi ride d'efier prefo per amandola ,de' f inacci, oue il pepe di Calecutfo di Cecchin fi qucrella d'hauere indegno effigilo fra loro:&finalmete taccio delle duefardellettc da un fbldodi quel Sca– tenino dipefee argentinoci quella uacca rofia come un gab aro bollitoji qucllafhuetta eh'e dura come un marmedi quella porrata ch 'abborifee il formaggio più che un tignofo ilpettine,di quellageladìna che nö uuole imparetarfi a modo alcuno co lefede di Lisbona,di quelle uerxe che pu tifiono più che ilghetto dir endiadi quelle trippe che sfrodano fuor a il Zibetto del Regno di Caca per ogni bada,di quello aceto furfiinte .di quel- l'ogliofurfanti[fimo,prodezje,triofì,e palme fegnalate di queflifirozjfec chì,a'quaifi uolontierifi danno i maneggi delle cafe. Ma che? Se fi rifa miafieperglipadronija cofapaffarebbefitto fìletio;ma l'accodar p gli altri due oua nell'acqua,&deuorarpfe medefimile trutted uarol 'hle li predefi cefali di buon budelloni carpionalo flurionee fitr mattina e fera bachetto infitttoria,co maluagiagarba,uernaccia,ribolla,romania, vin ddfriulo,co piflacchiade,co pignocade,comttrone,co tonine,co eauiari, c5 botarghe,co mortadelle da Crcmona,con pfanti di Regno, con formag gicttida Rimini,&firmili altre faccnde, che uan per tanoliero,non puòfe non co l'occhio del porco effer uifw,e malamete digeflo da cìafiuno cbe'l proni. Aggiagi che allagola,anzi alla uoragine de'ior uetrì,chc so più in gor di, cbeScilla,& Cariddi, s'accompagna molte uolte la cocente Infiu- rifonde dì quel de' Padroni fi mantengono le meretrici ,fifefimo i cine– di, fi fan trionfare i ruffiani, fi mandano cefiiin volta,piatti coperti, forte ferrate conmille intrichi dentro ; & ( quel eh'e peggio) con f crilegij fimoniaci, & fìmonie fiacrileghe fi tentano glianimi diperfi– ne, che ne la lìngua ardifee, ne l'animo s'attenta per ottimi rifpetti nomi nare. Qui fi feorgono alle porte ognora mona Cecilia, e Meßer Ghe– rardo con quel poltrone di Lirone, che vengono à pigliare il buon dì, finza che fi a expo dell'anno ; doue che per la porta molto commoda à ro , fi trabe fiori tre pizje di pan bianco, vn buon fiafeo di vino, vn ca– pone cottoper Ifabdla, vn pagnotta per Indetta, due Gazetteper Domenico

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