GARZONI - La piazza universale - 1589
V % ì V E Jl L E. 5,- p è juefli te bugie , ìpergiuriti facramcnti fa'fi,gliinganidcfrodi,lc troua teso cofiproprie,comcil rnbbare ai Cingari,et il predare ai Tirati.Oue, fe fi compra un cauallo te l fanno pigliar con qualche dogi:a, ò di ncrui,o d'unghiata riprcfo,ò bolfotò co qualche altro malano.T^e còtratti timct tonoperle mani de lepiu male paghe che frano ,ò perfine fallite, dalle quali nopuoi cattare un bezjp,òun bagatìno-.nellc mercacic ti fanno una mofira bella,® commoda, ® ìndi a poco tifi ambi ano le carte in mano, che à pena tene accorgi.Ma non la cedono à quefli ifenfari de maritaggi, & forfè fin più danno/i de primi, quanto che il pigliare ur. viluppo d u,;a f emina cattitta appreffo,è come pigliarfi lapcfìe ,t dfuocoin cafa.7\ondi meno costoro ci mirano poco, fe pofljrio attaccare a un gramo una ci que flealfanedi Mambrino,chc lo faccia difficrarc tutto il giorno: & questo fanno co fuadere,chcpigli per bella quella eh ha un moftaccio di babbui no,pcrgratiofa nelgefio quella che camma che par slacata,per dÒnafiuf ficilte quellache non fa tenere a penala rocca in mano;per diligile quel la,che fin del continuo alla fincflra > e fu la porta;pcr humile ® ubidiate uella,chc itnol portare le braghefie del marito,per coflumala quella eh' unauillanauifu,ucrbo,® opere; per ricca quella, c ha una dote intrica ta più che gli ìnfiromcnti difier Ciecco;per bone fra quella che corre per lauta di Ceruia à tutta briglia;per prudente quella, c'ha il padre matto daligareda madre feempia come uri oc cade fot eli e più stolte delle Caste. & che nafee da unfiangue, che tira à fi più che la calamitala materia da longi le ccntinara delle miglìa.T^Ódimeno lafiia pur dire a loro,ivii Ut li pur prcdicare,che par che ti uogliano uender lana Fracefie, e farti bea to, & felice in quefta prefa. Trottano il padre,trouan la madrctrouar.o i fratelli,® cofi da ogni banda dan dijproninl c.inailo,per fin che il poiiero giouanc fi contenta di congiongerfi con questa giraffa comprata pe> potè dra di Spagna,® c'batto attaccato il bocciolo à questa rofa damafichina, che dalla moglie di Tinabello,ò dalla dijpettofa Gabrìna e poco differite, c allhora fgrignano dentro a ridotti,quando s'è cene hi ufo il parentado tra Medoro,e quefla Ancroia.J^e quelli che mettono le Mafiare,® ì Garzo ni fon di meglior forte de predetti ; perche la (enfiarla di questa fi teie con tien forfè più fiodi,ctpin magagne,ch e non havevain fi il cavallo del Go ncllatatscga che per una da otto t'èpofio in cafa unfurbo,cbe la prima fe ra ti porta via il matetlo,e ti rubba la ualigia,sfrattàdo atta uclta di Me- •itro ® di Marghera in tato malanno,che par ebe il demonio fi l'habbia portato uia:ò che tu pigli a confettare unfnggitiuo,che non può (lare ne in ciclopie in terra,oncro un fiagone,che non fi muoue fin di quel che fitte eia un cavallaccio dabarella,oucro un belftgor,che fila co le meni fui fia c o t ® fa del gitilhr<otnotuolido\e/fer fruito & aiutato covtsfe fiofie egli il podrancioitcro nriignoratc,cbe non fa quel chef ptfebi,® che manca dogni
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