GARZONI - La piazza universale - 1589
V %I V E R^S A L E. ì 7 9 drucci,ò di qualunque altraforte vi occorre,® premendo fi fòrmjno,met tendo [opra al banco oue fi (pianano > arena afiutta, perche la ter molle r,ons'attaccbi;e cofifatthpofii poi neli aere ai Sole fi fece ano,® me fon ben feccbi,fi mettonoin vna fornace fintile à quella della calci ma pur è differente in queflo ,ch e otte quella e tonda, quefla fifa di quadra, ricetto all 'informare,® più alta che largatila quale fi fan due bocche per il fuoco,® a ciafeuna di loro fe le fi anco ilfuo arche tto;e tro poi fe gli fàbrica la fua volta di mattoni crudi, acciò eh ella regga a pefo dclli fopr apofi mattoni, & fa I:abile ad affettare il fuoco ; ® a conci per ordine in cotal modoyfeglidia fuoco continuamente perfett onero otto giorni,fecondo la quantità de 'lauori che fon fiati infornati,ou ro infimo a tanto che faràper tutto bene infuocato,e fatto di colore ®bianco,perche all 'borafi ceflaràdal fuoco, non toccandoli finche non fon raffreddati prima, perche non fi potrebbono altramente maneggi fenZa fifezjarfì.l mattoni (dice Vlinio nel trigefimoquinto libro, al capi– tolo quartodecimo)fifitn buoni filmi nella primavera, perciò che di me\- Za e fiate fanno le creppature. Effifino di tre forti,il olidoroftl quale vfii mo lugo vn piede e mezjp,® l argo u no.il fecondo è tetradorofd terzo tadoro,percioche gli antichi Greci chiamavano il palmo doro. Viglia– no adunque il nome da quattro,à cinque palmi,fiecondo ch 'ejfifimo .ln T tane città dell'Afa ,ein Mafia, e C alento città di Spagna fifànnc(dice Tlinio)mattoni,i quali,quando fon feccbidlanno agalla nell'acqua, per– che efiifin di terra ,ch 'b come pomicerà quale quàdo fi può impiastrare, èutilifiima .Ma il Geffopoiftfù dvnapietra bianca,mortigna ; ® alcu– na volta alquanto bigiucciajaaual bafia che'l fuoco fcaldi, fienza altra– mente infuocarla nellafornace,acciò cb'cuaporino certe folfnrc'ità che co tiene,® alquanto d'humidità per poterla poi impali are, imperò ebefen- Za tal ficàia ilgefio non fi Stringer ebbene potrebbe induri) fi, come Queste pietre fi cuoccno in vn certo fornaciotto con poco fuoco,e fr in poluere,® da poi fifedacciano,ma non più di quella quantità che ado– perar/! vuoleopcr murare, o per firmare ò per incroflar qualche cofia, che all' bora s'impafia,pcheinduratogli'egli fila a nefiuna dellefopradet– te cofie è buono,ne ani o a nefiurialtra ch'io fiappia, faluo che a i dipi quali l'abbracciano, macinandolo ficttilmente, & l'accompagnano poi con la lor colla,® di questo ingefifano i lauori,fopra quali vogliono po pingere.De Fornafari no trono altro eJfempio,eccetto quel che pone riod'vno,cbe facendo calcina,® mattoni,bebbeforte con Bernabò J'ificS te dagli altri molto dilferenteimperò cheeffèndo egli di natura brfiiale con tuttUfu con efio filo gentile & cortefehauendofi prefo diletto di f dir mal di lui,cbe ificonofeiuto parlò vn buon pezjp feco, & per Ulna l bertà lo conduffe a Milaneoue l'accarezjp grandemente, stando peto Oo 2 For-
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