GARZONI - La piazza universale - 1589

596 i> J U. Z Z A chi,®- dette concubine?Tiberio C efare (come nota Tranquillo) in vn tuo Plutarco, gofecreto non ne feruaua i greggi al fio piacere? Surina Re de'Tarthi Heiìodo n ° n m e n t e "Plutarco ) non ne menaua in campo dietro a fe ducento ? 1 0 0 • Tbefeo,fecondo Heftodo,nonhebbeHelenaafina pofia Ari adna,Hippoli^- ta,Eippe,®-Egla con vna mandra d'altre infinite, Agamennone,appref- Homcro. fi, Homero,non vien riprefo da Tberftteperbauerne vnferraglio afio co- «Sacelli- mo< io, ®- diletto ? Sardanapalo, come attesta il Sab i 111 cone gli Efiem- p'hnonfece del proprio palarlo vn luogo immondo ? non andò vestito da meretrice?non vsòifpeccbì dinante di dietro per veder tuttigli atti ue Herodo- „erei compitamente? Hercole,come narra Herodoto, non n'hebbe infet- GmlioCa t e & l 0 r n i cinquanta per fuo vfio? GordianO,come recita Giulio Capitolino, pitohno. n o n n e tenne vintidue a fuapofiaper abufarle quando gli piacejfe?Como- Lapridio . do,come narra Lampridio, non impazziva COJÌ trecento il dì, e la notte? Troculo Imperatore,come fi vanta egli mede fimo in una epiftola a Metta Li ridi n o > n o n ' n S''' ai *idò cetofemine Sarmatici} e in termine di quinde cigiorni ? apri io. Heliogabalofopra tuttofarne narra Lampridio,fufolenniffìmofìaloneda femine,efiendo qvello,che ordinò in cafa luoghi meretrici! a gli amici, ai clientt,ai fervi,®- fece loro conviti grandiff mi di vintidue forti dì vitian- de,can patto che gli invitati per ogni vivanda che veniffe in tavola, hane fero avfare vna volta per vna conle femine,® lavar fi, & erano obligati per giuramento a afieruar questa capricciofiapazzja;& altre volte com pero le meretrici a pretio caro da ruffiani, come quella particolare,cbt gli cofìò trentalibre d'argento ; efu prodigo nel gettar dietro a loro, do– nando un giorno a tutte le cortigiane di Circo Maffimo,del Tbtatro.edit l Amphiteatro* di tutti i luoghi di Rpma,in vna vifia,chefece vnducc- to d'oro per ciafcuna ; & altre volte fece loro in palazzo orationi milita- ruchiamàdole commilitoni firn, e dopo l'orationi*omefifuffero fiate fal– dati da douerofe ce annouerar loro per ciafcuna tre ducati d'oro per pa– ga* publicò alcuni ordini amatori), ® meretrici), ritrovando nuoui mo– di,®-figure di piaceri dishonefii,per paffarle dodici figure di Cyrene Cor Paolo Ma u giana*heha datoluogo al proverbio appr e/fio Taolo Manutio .TìuoAc- avari», cim anilina homo : perche ne'venturi fiecoli non fi gloriafie l'infime Aretino d'vnainuentione fi fiorca di tanti modi compilati, & deferita, dalui:& altra ciò cancefie molte efientioni ,priuilegij, &falarij del pu– blicò Theforo a queflefemine ree*rdinando l'ifieffo alle matrone Roma– ne, le quali entrafferò nella profana fetta tanto effaltata, & magnifica- tadalui. Machepiù?' gliiflefjì Dei de gli antichi non fifone dati inprt da all'Uteffe,® fatti berettoni delle meretrici i non attefie Giove ad Euro– pa? Marte a Venere colta ficco alla rete dal Zoppo Vulcano? Tintone» Mintha ? Apollo a Dafne ? Bacco ad Ariadne ? Hercole a Jole ? Caflore aTkebe? TiettunmaTiro? fan a Siringa? E perche tralaficio da parte

RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=