GARZONI - La piazza universale - 1589
55>8 T I A Z -Z U •con quäl prolungatane dipiacere ,con qualficambiamento,® Conqual ri nouatione cerchino, inuefibiare igiouamttiinefiperti,efitr[eglificruitari % e [chiavi ad ogni lor piacer e.Doue che l'arte meretricia fpalefa,®fi pu blicaper meri infiniti, che dagli incanti amatori fouente auuertiti non fio no,perejJerloro troppo femplici,& eße madri d'ogni afiutia,® malitia che imaginär fi pofifia k Con che artepenfi che s'impongbino i nomi di Gi- neuraxdi Virginia,^Ifiabella,d'Olimpia, d'Helena,di Diana, di Lidia , di VittorìaydiLauraidi Domitia,di Lauìnia,di Lucretia,di Stellaci Deli* > di Florafe non per captiuar cö la uagherga de i nomi i cori giouanili,che pazzamente poi chiudono in lettere d 'oro quelli nomi foaui, & con ditter fi madrigali,® [onetthuannofeberzado intorno alle lorlodi,fkcendo rifuo nari monti, i collidepìaggefi bofchi ,lefelue,e le uerdure di cotefiinomi delle rime loro amorofe eternamente favoriti i Terche penfi,che troui- no i ri/i uezjpfihle pietofe lagrime,i piati compafftoneuolhle parolefatui, le carezje gentìli,le promefie dolcì,i baci amorofife non per ineficar l'al– me di maniera tale,che come impazzite o die ano ,o ferivano che qvei [onori fono della uagaCìtbcreai quelle lagrime, fono le lagrime di Dido per Eneaiquei piantifono i pianti d'Echo per 7 ^arci [o i qvelle parole fino le parole di T-allade innamorata*qvelle carezze [anale carezZS d * Dafne fatte ad Apollo ì qvelle promifife fino le promefie di Giunone aT aride i queibacìfono i baci di Venere al Ivo AdaneiOndepenfi,che nafiano i ca ti,ifivoni,i batti,i giuochi , le feße ,leuegghie,iconuiti ,i diporti loro, fi no daquell'intento d'h aver l 'applavfioMcommercio, il concorfio della tu ba infelice di quefli amanii,cbe rapiti da quelle noci angeliche,® fipra- ne,attratti da queifioni diuini,di arpicordi, ® lauti, impazzì 1 ' H H moti,è-in qvei giri loro tanto attrattiui,confimatiin quei giuochi ffiaffeuo UMegvati in quelle fife gioirne,addormentati in qvelle veggbie pelegri ne, immerfi in quei conuìti di Venere, ® dì Bacco » morti nel mezzp queifiavi diporti;rcftino prigioni,®[erui del lor fallace, & infidìofi amo rei Con queflofine iflefio adornano i letti dì padiglioni di rafo, di coperte dìfietaÀi lenzolì di renfo,di coffini ricamatici lettiere interfiate,di tapeti turchefiebi le tauole,dicadregbe dì veluto le fale,dìftanni minutamente lauorati le camere, dargentana le credenze, di pitture lafciuißimei tet– ti^ le mvra;dirofie e fiori i lafiricati,di profumi odoriferi tutta la cafa. Ver quella fola cagione fi moflr ano alle fine firefanno l'amorfi i balctnh giran adocchio a chi pafifia,gefiifiono con la mano, accennano col guardo, motteggiano col t>ì[o,parlanacon la linguali dono con la becca, fiflorcon con la uita,ihiamano,pregano,[uadono,gridana che s'entrì.Quindiprouie ne,che [criuono,chemandan lettere in uolta, che danna auifi dipiù ma– rnerebbe iprefient'hche le ruffiane,che i me[f,eht i ragazzì^he i pagge ti uangirando da tutte l'hore con polize,con mazzptthcon ceiìarelli, piatti
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