GARZONI - La piazza universale - 1589
V 71 I V E H S A L È, ep p piatti coperti,con commìfionihoradolenti,hora pietofie,bora trifli,hora gioconde,bora d'vn tenore,hora dvri altro. Da quejìo nafcon gii inaiti a defimari,acene,afiuffe,abagrihdanze,alotteabhom'meuoli,® vergogno fé. Di qui procede che fi dilettano tanto difarfi beile con varij tifici, ®- belletti,vuotandoleffieciarie di biacca, difolimado,dilumeficaiola,di In mezuccarina di fior di Cbrifiallo,di borrafo raffinato,® che fi rendon lu~ flre con molle dipane,con aceto lambicato, con acqnadifùua, con acqua di Stereo di bue,come vacche che fiono:& che rinfrefeano il vifio, e mollìfi con le carne con Vacque d'amandole di Terfico,e il fugo di Limoni; e fi co feruano,conrofie,con vino,con lume di rocca;e induri/con le corna dinanzj dabefiie Comefonveramente,con draganti,efiemen%e dì codogni,e metto no penuria nel lume di feccia, & nella calcina viua per far lifeia perfetta da darfi la bioda,acciò la vaga aurora no goda fola vn'Epitbcio fi nobile, & pretiafo. Qui vedi ffcechi preparatiti 'acque ro)ed 'acque nanfied'ac– que mufiebiatedprofumid zfbettid'ambracanod pettini ,gli orecchini i ficriminali.be forbieìde mollette.Qui vedi lefcatoledbofjolidvafihilagot– ide fcutelled pignattmìàgufi d'ouo pieni dimille emp'iaitri preparati da loro.Qui vedi le fanti preparar l'agucchie da pomella, conciarle i bu- ftitferrarle ifianchi,firingerle le fiaìletdiutarle di dietto,accorrer d'auan ùtporgerle i zpccoli,affettar lefàldiglie,al%are la coda.Qui vedi madon– na col capo rafietato,coi rizji dmanzjtcon le corna da bada,con le treccie bionde,col nafiro doro,con manigli ade braccìa,con diamanti in dito, con tollanne al collo,conpendentiau"orecchie,congarofòlialla destra, co rofie aUafìnistra.Con quefia acconciatura tutta garbata fi mette in profpettìua alla fineflra, che pare vna Iezabele inbellctata. i\ e queflo baita che per maggior mollitie ha i guanti di feta in mano, la manrZjCa di zibellini poco da longidl cagnino in braceioda gattina apiedidaficimia da vn can– toni martello dall'dtrodl ventaglio appreffote da tutte le partiffiralibi- dine y ® lafciuia efìrema. S'inferma tal volta per fiarfì vifit or e,s'infinge dolente perfhrfi confiolaretftmoflratimidettaperfiirftaccarezjare;fìfco pre ritrofia pet-fàrfì brammare ; fi fimula morta per fàrfifofpirare, Con quanta profbpopeìafaueìla con altri, con quanto artificio apre la bocca, con quanta ìnduflria forma la parola,con quanta lafciuia ordina igefti,co quanta accortezza dorme,e nel dormir languifce,nel vegghiar foffiira, e dapoi ridete dapoi piange,e dapoi canta,e dapoi fiturba, e dapoìfi quere– late dapoifulminai finalmentecon gli occhi balenando, filettai cori de gli amanti infelici ® sfortunati.Qui miri vn tacer diparole,vnfiletto di bocca,vnguardofupinotvnpefar mutohtvn correr dì ceruellofantaflico, vn leuarfi dìfede,vn ferrar difinefire, vn puntellar di porte, vn chiuder d'altane, vn rìtirarfì dentro alle Zflofie troppo diffettofio. Già fi comin– cia dare all'armadfdegni principianod'ire fi generanode minacelenonno Tp a. in voi-
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