GARZONI - La piazza universale - 1589
5o o V I A Z Z A involta,! difetti non hanfined brani fi trouanodpenacchini s'armano,! bertoni s'infuriano, le bafionates'apparecchiano,! sfrifi fi preparano, l morti fi trammano da qitcjle infidiofe e maladeite meretrici. Òfynfipar– la più di veTgi ,non fi fhuella di carezze, non fi ragiona d'hauer com ciò infteme*effano i mefi,reftano le polize,mancanoiprefienti, vegon m no i faluti* le riuerenzte . fi richiedon indietro le fedi, fi dimandano i qu dri,fi riuogliono i ritratti dell'imagini miniate dètroafcatolim* con rab bla cofiurore,cÒ infama di mente fi rompe,fif]>ezza,fi calpefta ogni co gli piedi.Quindifi giura,fifcongiura,fifacrameta dirio far mai pace. Mar te,e bellona fcorrono da ogni banda;lefacifi accendono ogni bora a p tere,nonpiu fbnetti,non più madrigali,nonpiu canzpti, non più fifline innamorato firan le mufegratiofe, Apollo afconae la lira, Euterpe và fbaffo,Cupido sfratta,Venere và in chiafio, Arcbiloco filo fi lafcia vede re* Vafquino trionfa in mezp dellepiaxje. Hora fifcoprono gdialtarida douero fi contano gli ingannale malitie,i tradimenti, le doppie pofted bertpnidl tener fu la stanga de ganìmedìda trappola de togatìde perfidie con quefli ,gli ajfaffinamenti con quell'altro; lo fender della robba, il p der della vitad' arnfihio dell honoredl confumar dell animadl vuotar de la borfiadl crucciosi trauagliodl martiredl diffettodagelofiad'inquietu^ dine grande che da lor procede..Vafquino fi mette a narrar le fuperbie, ftarfulgraue,nel concorrer conlefignore di vefli,di drapp'hdiferue di c rozze* fiopra tutto di voler efìer d'ogn'bora cortigiane: le ire nel fidegn fi per poco,nell'isfogarfi con parole,con minaccie*onturbation di volto con offufcatione di occhi*on alteratione di animo, con rìopenfier di mer te;le inuidie alle bellezze,ali a grattatile maniere accorte, alla defirez. Zf degli attraile ricchezze, al guadagnagli'honore delle lor concorre tid e gole a pafli,a conuiti,a cÒfettion'n& a ogni forte di leccardia*heaUa piazza fi ritrouide accidie in camera,ìnletto,al foco,al fiefiofu lefedi,di gìorno,di notte* da tintele horsdeluffurie cocentide dishonefiàsfrena– te,! cenni,! moti in enigmi,allafcoperta*on baci,con alti*onparole, c geJìi*on opre,con eff mi che dinotano l'ifieffa incpntinènza:oue fon rafia migliate ad vnasfrontataVhilene daVhilocrate laserata;aduna Celia dalla cui impudicitìagrande fcriue cofi Martiale. Dos Cattis,das Germanis,da<r Calia Dacis, JbUocra- 7{e Cilicnm ffiemvs,Cappadocumque toros te Poet a Ad vna Mefialina,che,jecondo Vliniofuperò una fuafantefea da leipofla P l i " 0 , alla latta Venerea di più di vinticinque coiti per notte ; ad vna Sapph Omdio chefecondo Ouidio nelle piftole,vfaua, & patina effer vfata da cinque cillefue,Atthi,Cidno,Amithone,Telefippa,& Megara;ad vna Sentir a mi,cheinnamorata di vn caualle,giacque con eflo;a d vna Va fip.be], c P: opersi e ftfiottopofie ad vn toro, conte fcriue Vropertio in quei verfi. Vxorem
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