GARZONI - La piazza universale - 1589
' y i \. / V E 1 \_S A L E. Sol yxorem quondam magni Minois,vt aìunt, Corrupti torui candidaforma bouis. Alle due (orette Callypighe,che vennero a quel vergognofio,® infame eontrafiofraloro,come narra Cercida Megalopolitano,cioe qua! d'amen- ^ M\QI due haueffepiu belle parti posteriori. Efinalmente fi narrano le auari- F 0 i i u n ° , tie immenfe in chiedere, in dimandare, in torre, in volere sin rubba- re,, in mole fare, in importunare del continuo i [uoi amatori, di vefli, di anetta, di collane, di manigli, di vezzi di perle, difille di coralli, di mobili, ® di mille altre cofe : oue s'antepongono a Rbodvpe Egittia, che fi gloria apprejfo Herodotodi hauer fiabricato con l'abnfi della fiua Hcrodo- beltavna piramide magnifica,® fiupcrba: aThrine, chef vanta ap- to - preffo a Call'istmo dibatter [pagliato Trafittele deUatattola del fino pre- C a U i f l l J p tiofio, & eccellente Cupìdo,e di hauer fatto proferte di cinger Tbebbe di ;o '"' muro, fi i T ebani fi contentauano di pomi questa inficrittione. Qi os A! c- x i nd é c euenerar , Ph ri ne amic a excitauic . A Timandra che fi inalza i apprejfo a Tlutarco,dihauer drizzato alfino vago Alcibiade un morirne Plutarco to regio de ifuoi denari d'acquiflota Damo bella,clk fi loda,appreffo fiera Herad> elide Lembo, di hauere efiauflo Antigono di tutti ifiuoi Tbejori: alla c e formofia Lamia, che apprejfo aTlutarco fi celebra di batter ineficato in modo l'alma delRe Demetrio, che ogni cofia donauaalei: alla pompofa p j i n j 0 _ Flora, che apprefibaTlìniofi commenda di hauer degnato a Imperato– ri ,*Regi, aTrencipi, a Confoli, a Quesìorifolamentee delle Jpoglie del ftp guadagno batter lafiiato ricco il popolo Romano-La Satira finalmen– te fiefiende affai intorno atte impatienze loro, quando non fieno contenta– te a pieno, e diuulgale murmurationi contrai fuoi amantià Lr.nentì che fanno, le querele chefpargono, i dififietti interni c'hanno, il littor, che le distrugge, la rabbia, che le confuma, il furor precipitofio, che le ra- pifceaogni forte di offefa, e di vendetta ; il gridar come bettie, Varric– ciar fi come ffiinofi,l"mafprìr come ferpi,rinfuriar come demoniche fi vede in loro. le audacie, le baldanze, le prefintioni, le temerli àd' alte- rez^e,gli orgogli,le bippocrifie fi raccontano tutte oa tutti in vna volta. Suona la tromba dell ignominie loro,e predicale difeordie ebenaficon per effe le rific,le contefieleparole,le minacciele ingiuriele vccìfionì,e tan– ti impegni di robba,tutti latrocini) de padri,tanti furti de iparenti, tan– ti gtuochi,tante crapule, tante beftemmie, tante parole fiandalofe, tan– fi filamenti, tante difiolutioni, tante dìshoneflà, ebenon bannonefine, ne fondo. Tervltimaconclufione fi conchiude quanto da loro fi rie eue, & acquista, che none altro, che mille immondezze, &firdidezje, le- qualihoneitamente nominare nonfiponno;® s abbettificeil concettode- fcriuendo quanto fon brutte, (porche, laide, infami,furfantc,pidoccbip- iepiene d,icrafle,caricbe dì menfiruo,pHZZplenti di carne, fetenti di fia– to,
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