GARZONI - La piazza universale - 1589
V L\ ••! V £ i\ S A L E. ct«5 fontendo il modo del dire-, l'ordine del narrare, lofilile del parlare, lagra tia del prononciare,le figure delleparole,l'inuentionedelle cofie, il meto– do prefiodlmezp adoperatoci fine defìderato,ogni perfiona gli rimane ficàia ua,eper meraelcttione feguace e dipendente affatto . Imita il Gramma- tìconelficriuer le lettere amorofie tanto ben mefle ,e tanto bene apuntate, che rendono fin por e, nel dettar politamente , nel {piegar galantamente. neìl'iffrimer fiecretameiìte ilfittopenfiero; e troua noni n;odidifcriuere,no- ùezjlfere,noui enigmì,nouifecreti,aceiòle lettere no filano intefie fieno da- chi e partecipe della cofiafi fa inchiofiro di paglia abbrìiggiata,diful!igi- ne,di galla ;& fi leuano con acqua di calcinaccio,edi falnitro:fificriue con fitcchidi cìpolla,con latte difico,con l'agre di cedro,o di limone,con acqua, allumatale fi moflraalfoco:fiforman caratteri conbiacca fiemperata con la gomma,es interpongono allume;fi difiìllam le lucciole, efi ferine con quel liquore tanto occultamente quanto dir fi poffare zjfere, le figure,i- fignidemtefonoìnfiniteìn queflamateria. Appare un Toetanel deferì nere i cafi acerbi con pietà di parole,ì fatti allegri con giubilo di core fin narrar le guerre amorofie J.e lotte veneree fi duelli di Cupido, le barriere mar fiali di mille innamorati, quelle palestre delle femine antiche nude con gli huomin'hquelle cac eie de'Satiri cor. le ninfe, quelle pefe he lafiiue di 7^ettuno,e T^ereo co Doride, e Amphitrite. E tutto heroico nel parlar delle pugne amorofe,tutto lirico nel defiriuer le gioie & ipiaceri di Vene re,tutto Satirico nel rametar glisdegni e l'ir erutto comico nel finger l'ai legrezje, tutto tragiconelfimular le difieratìoni. Ha per {oggetto le fiutole come il Toeta, i ver fi per mezp,gli amori per ogg ctto,il canto per inflromento,e'l poffefìo delle dine perpotiffimo fine d'ogni cofa. Torta fe– toifionettidel Tetrarcajc rime del cieco cfAdriad'Arcadia del Sanna– zaro,} Madrigali\delTarabofco,il Furiofo,l'Amadigi,l'Anguilara,il Dal ce,il Taffi,e{opra tutto i Strambotti d 'Olimpo da Saffoferrato come più facili,fiono ifuoi dìuotiper ognioccafione.Le Mafie l'aiutano a narrar quai che cafio finpendo, e nuouo, le Gratis a colorirlo perche fi creda, Apollo adarfltlendore al concetto,Mer curio a ornarlo di parole, Tallade a reci– tarlo con fapienza,e Venere a imprimerlo dolcemente nel core altrui. Si reca dietro qualche fonetto infino,vn madrigale in mano, vnafiflìnaga lante,vna canzone polita con vn verfio{onoro,con vn fiilgraue,con parlar facondo,con tropi eleganti,con figure eloquenti,con parole terfe, con vn dir limato, che par che il Bembo,ò il Caro,o il Veniero,o il Gcfiliui Ih ab– biano fatto all'bora ali hora;e fi mostra alladiua,co lettere d'ero, co carat feripretìofitfi legge con dolcezza-fi pvononcia con foauità,fi dichiara con •modo, fi{copre l'inuentione, fi manifesta il fenfi, e fi palefail fine del. Toeta. La Dina s'allegra e s'empie di gioia finalmente , & il ruffia– no gode d 'bauer per mezp d 'unfionetto, ò d'una Frottola acquifiato il cor d'una
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