GARZONI - La piazza universale - 1589
taficanointerra;quella delie tre fcmine,che uanno al mercato ; il ditrouar l anello,dimandando;il ffiafìo delle carted;:terrogando;il lodifaper indouinare quanti [oidi ti troni in mano. Dalla Geometri nati modo difnbrìcare [cale di mifuraper appoggiar ai te ni, ai veroni, o alle finestre dell innamorate^ fa dir quanta difianza è dal muro al giolo,quanta\altezza è da terra al balcone,con quante pajsa di corda trebbi-arriuar-doue alb ergala finadonna. Con la rnujica diletta fiou le orecchie delle giottani, mollifica l'animo da ogni laficiitia, m fiumiydijperde la bone fa, infiammai alme di cocente amore , i fruiti di concupificenza carnale ;mentr efi cantan lamenti, difpera frottoletUanT^jter^etthcanzpnhvillanelleybarzjlettete fi toccala 0 il lauttoa una battaglia amorofa,a una bcrgamajcagentil e, a una fio tjnagarbata,a una gagliarda polita,a una moreficagratiofia; e pian p s 'inuita ai balli, ® alle danze, doue i tatti uanno in volta,i baci auantìde parole jecrete,lo funger aficofio delle mani, il ritirar fi qu uolta buio afatti uergognofi,& enormi. Della pittura,*® ficidturaf p naie da inuitar l'occhio tafeiuo alla libidine con la lafciuia delle im de'ritratti,® de'fimulacri,che hanno in lor forza nò mcno,chc laprefcn Za delle cofie,® di ciò nefan fede Vigmalione, che arfe incslìmabilmenr te dell amored'una statua, comefe fojfe stata una ninfa formofif quelgiouenc\Atheniefe,dicuifamentione Celio,ch impazzì del belliffi- tnofimulacro della Dea Fortuna ,e ulne a tatainfiania, che nò potedocon pr-etio immenfio d'oro ottenerlo da i magistratidijlthene, fi uccif ti alfinoconfpetto;® oltraciò quelgìouìne Atheniefe Alchida chiama- p.'i.iio . t o ,di cui fa mentioneTlinio,che stuprò la bella fatua di Venere Gnicia, opera diVraftelefcultore daficiando del fuo concubito le macchie per flimonio,acui s 'aggionge• quell altro,chenell lfoladi Samofiecondo fio Toeta,f corruppe con unfimulacro di unaputta bellijfma,che era ope ra di Ctefìdefìatuario.Tcrentio anch'egli nell Enucho introduce un gio- T c r ue ne infiammato a lufiuria,per hauer ueduto una tattola, nella didinto come Gioite fendendo in pioggia d 'oro conr.ppe Danae. dubbio alcuno,che incentiui digran libidine fon quelle Dee dipinte de dinanzjal? aride le Tfinfie che fi lauanefìando i Fauni afa fi a veder– le ;qiteì foladi dì Diana prefio alfiume Eurota;quei ratti d 'Helena;qi< le Lucretie nude;quell Europe portate dal toro ; quelle T^ereìdcin m filafciue, ® fìmìlialtre- cofeaffatto libidinofefil che dichiarò la bella,® lafcìuaimagìne di Cupido, che fcccVrafitele, di cui dtije Crate Cinico . prefio Atheneo,ch'era un depofitto chiaro dell'inteperàza de'Greci. fi dilungali ruffianodallapr attica de fpeciali,de' quali fìfierue per cori\m perlefiemine col mezp de lifci,e de bellett'hcheinfiegna loro; non da citta depiofumieri,cheglidanno ifaponett'hgli ongitenti , i prof mi acque
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