GARZONI - La piazza universale - 1589
6o 8 V I JL Z Z A acque mvfcbiate,le baie di macalepo da farle odorifere e polite ; non da malitiofi barbi eri, chesepre ha piena latafica diqualche poluere buona per loro,che[otto coperta di canariefiangue,e medicarle di qualche pia– ga afcofade fanno un altra piaga neWhonorepiù rileuata.Et infiomma un ruffiano è tanto fattile nelle fue cofe,tanto afiuto neìl inuentioni, tanto corto nell'ofifervationi ,tanto malitiofo, e ghiotto in ogni fita conftdera ne,che imitai', mefiier di tutti, efecondo l 'arte di tutti fi trasforma co unTrotheo ; uaria il colore come un Camaleonte,perottener con ognifte eie diferuitù l intento fvo.Avoca talbora in palazzo per acquiflar l amo re della uedotia difefa;confulta nelle liti delle doti per captiuar la mente di quellabellamatrona;giudicaper tribunale &fhttorifeela parte, per effer•compiaccialo dall 'amata gentildonna. Diventa Filofofo feculando la natura delle donne Jfu-oi andamenti,ifuoi dcfderifiloro appetititi pia ceri,i diletti,ilfine,c'hanno. Diviene Medico,promettendo alle fanciul– le di farle diuentar vergini al tempo del maritaggio, di refiringer le pop- pe,che noncrefcano;di ritirar la pancia al fiiofegno ; di procurar ladiffer fione del parto ,d infegnare un rimedio da non ingravidare; di gettare il me concetto crollando il filo dellafchicna ; efiotto colore di uìfitarle nell'- infermità,s'introdvce in una amicitia al loro bonore molto pericolo/ado– rne l'effempio attelia d Evdemo,edi Vettìo Valetio,de'quali uno fotta eie di uifita ottenne Liuia di Drufo,e l'altro Meffalina moglie di Claudio. Tyòmac ano rie ette,nofecrefunon bevande perfodisfiare a gli appetiti d qvelle,che troppo credule danno orecchie alle lor frappe,porgon fede a le lor cian%e,e afcolta pia che uolontieri le paflocchie,delle qvali effi dano più che difouercbiole promefie dell Mchimifla fon compagne d' gni ruffianOfpercbe ciafeunopromette denari,argento,& oro in copia diffima,pvr che la uergine confenta,pur chela maritatafipieghi,pur che la vedova condeficenda,pur che la meretrice fi flravaccbi;nefon per ma car da uerun tempo fcvti,cecchini,doble,anelU,collane,uezzt\maniglì, e pendenti fopra tutto. ^Qvefl'oroe qvello ch'apre la porta, che levai cad nazzx\chesfiera leferratvre,che di/ferra iganghieri,che rompe le mura Omcho- gH e ^eUa caslitàfcminileaffatto.onde ben diffie Ouidio. Avreafvnt nere nunc fetida plurimvs auro Venit bonos,auro conciliatur amor. E come laperfona ha da fpendere,non ha mero di rujfianefmo piv poten di qvefio,perche non è rocca fiforte(come ben diffe Filippo Re di Macedo nia)ch e pigliar non fi pofa,pvr che dentro allaportapaffi un'afinello c an co d'oro.Et a queflo propofìto difìe il "Poeta quella uulgatafinteirza. Quid non mortaliapetlora cogis Altri fiera farnesi Si velie anco il ruffiano dell'habito d'Aftrologo,& indovino, c fa del Chi» tornati-
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