GARZONI - La piazza universale - 1589

620 T 1 A Z Z Jt gno di biafimo,ma d aperta repulfa,® effiglio,ceme tegono tatti glibut Atkemeo. mtnl p r udenti,giudiciofi,®fiaputi£criue'A-tbenconelquintodevimoti hro delle Cene de [uoifapient'nchei Lacedemoni faggi diedero bandod la cinàloroatuttiiprofumierimiuerfitlmente^ ®xbe Solone infimi nelle [uè leggi, sbe nefiunopoteficjtenderemguenthtte profumiL'arma delta fondanone di Roma trecento e vinti il Senato Romano parimen probibì,chc nejfuna donna Romana beueffe uÌA0 ,®xbe nejfun buomo mano hauejfe ardimento diconprare zfbetto,neMWfibio,neAmbrata- nene altri fimili odori, parendo a quel faggio Senamche quefie due c corre/fero del pari a corromper giibuomini, ® le donne coni'ufo loro queflopropofitonarraSuetonioicberitrouaìt'dofiVefpdfiano Imperatore tonlapenain mano;peruòlerfottofirìnerunagraiia,ch'eglihaueuafith to a un Cauallier Romano fuo famigliar e,®Sentendo egli cheli detto C» ttallierorendeuaun grand'odore•foauìffimo^fubitocongrandiragettòk penna uìa,® fir acciò la carta?® uolto ófcurato difie quefie parole, lo ti revoco la grana che t ho fitto,per che io ti giuro per gli Dij Immortali, che haurei bauuto più caro htuertifenato putir da aglio,ò da cipoUecbt di quefii unguetifem)nili.Ma,permrrarcofaridicóhfa,hoconofi it fleffo vn'orbonellapatria }ma,cheincotrandofiitnfabbato mattina in un Giudeo,che era difefìa,e lutto lindo,® profumato, apena hebbe fintiti l'odor del Mufihio>ò del zibetto, che fi pofe un fàccioletto al nafo, ò che puzja>ò che diauolo lipatig*,* alzato il fuo baftoneimaginàdoch'effet non putefie altri cheuno HebreodiiiròundbafionataperirauCrficio, ma Aalo Gel non lo gionfe,affine dì romperli ì buffòti,e ifcntdlini appréflo cheportaui ll0 > addoffo.Dirò cofapiù nobile. Racconta Aulo Gellioyche, contendendoli nel Senato Romano [opra qual di due Capitani pr'opofii poteffe firft tioneper mandare aliaguerra d'Vngberia,arrìua'-oìluolo aCatone Cefo rino,dij]e.Di qfH due chauete nominatolo tolgo il noto aTaolo il gioue ne,ancor che fia mìopar ente perche mai nonio vidi uficirfuor dellague va ferìtò,mafi bene U ucggo camìnar p Roma tutto'prdfumato.A quefii fine fi legge,che anco Licurgo nelle UggUcbe diede ai Lnccdemoniiui madò foltograuiffimepene,cheneffuno hauejfe ardir di copiarene ved re cofe odorifere,ne unguentipretiofi,)alvo s'ei non fofie per offmtglii* gli tempi],onero per medicina da guarire gli infermi.Sbruffar e ttna cu fcìa con unpoco d'acqua rofata è cofa che può pafiareouero unfittcìo to, ò i guanciali del letto ;ma comprare un par di guanti con la eoncia de <ìelfomini di Spagna,e (fendere i cecchini, è tofa molto vana, & ve gognosa ; ne queìta cofa piace al Tilofofo nofiro Cari(fimo, che più pr sto uuole un manici pelalo dì[opra, & qualche cofa di buono a defi che uelìirmuylindo, e odorar da ruffiano per le ì\raie-,'con quattro glie di rape laferanellafcutella* Tur facci U mondo come le Dotto

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