GARZONI - La piazza universale - 1589

V n\ 1 V E \ S A L E. g ì t Dotto Vlinio racconta, che T^erone s'ongeua fino a i'calcagni,®- l»piate ***•*"• de'piedi con fontuofì vnguenti :& che Caio Trencipe fi lauaua da capo a piedmcll'acque odorifere. E cTHeliogabalo ficriue Lampridìo,che non fi co tentò diongcrfifino ai tnebri virili d'unguenti di ualutaineflimabile,che ^ m ^ : qguifad'una T^ìnfiivoleua giacer nudo fra Kofi,Gigli, Amaranti,V iole, ®-fiori d'ogni forte odorifer'h& pretiofi.Ma dall'altro canto Giulio Cefi- G u I l ° C re attefia ne ifiuoi Commentarij,chei fortifimi Belgi fra l'altre cofie abhor farc ' rirono infinitamente quefiiprofumi, come cofie da animo troppo effemina to,®- molle.E fi legge apprefifo a Vlinio,cheVublio Licinio Craffo, effcndo cenfiore,fece vno editto,che tot profumi non fipotefervendere, e fendo i capricci degli huomini in questa cofit molto diferenti. lo nondimeno ho detto,&ridico,che bonefiamente fipofono vfare; & l'arte de i Trofumie ri igioueuole afiaifr forfè non la vogliamo chiamare necefaria alla ulta delleperfione.T^on dirò a questo propofito,che Sapph»Voetefia,per testi– monio d'Atheneo,andafie con fiòauiffimi odori profumatale che Tarrha- Patrhaff fio Vittore illustre s'ongej]e ancor a lui a" vnguenti odorìferi, ® con tutto ciò Viuefie virtuofamente ; ilche dimofirano quei verfi,che in vna opera fina delfieguente tenore inficrifle. Virtutem uenerant,®- vìuens molli ter ifia Varrhafius patria pinxerat ex Ephefo. JV> cbeHomeredefcriuailcadauerodiHettoreeferflatodaperfionegr a Homer*. di onto dioglio di Rpfie molto pretiofio,ma dirò fot quefio;che nel Chrifìiano Euagelio fi legge Maria hauer onto di nardo pretiofio i pretiofiftni piedi del Signore,®- tiflefaportò gli ungueti odoriferi al Sepolcro,per moflrar del fio feruore con quefii meTgiJcgni cuideti,& manìfiefifout aprouarfi viene l'vfio di quell'arte efiere amvtefo,quantunque iTrofiumieri non ma chino in mille modi,& maniere falfificareiZibettid Mufichhgli Ambra cani,e tutte le fede d'odori,®- profumi.Tfella qual cofia apparue miraco lofio vn Calco nella Citta di Treuìgi;che andado a i monafteri de'Religiofi, forfi come a men prattici,& accorti, vedette a vn Vadreàl cui nome per degni rifetfi ho da tacere,vna cofia ch'era come un riccio di Caftagna co una pezzetta auiluppata didentro,odorifera a guifa di mufehio', infinoc– chiando il padre,ch' egli era vn testicolo di Castore,e trahendone(faluo il vero)vna dà quaranta per buona mano della fiua furfantarla. E pofia in credito quefi'arteper caufa della prctiofità di tanti ungueti,che da infini– ti auttori a pena enumerar fipojfno. ilCrocinodiRhodixOdiCilicia ilo- datodaVropertioìnquciverfi. open» * Sit menfie ratio,voxque interpocula curraU Et Crocino nares murreus vngat onyx. llMolobat hro d'odor fragatifmoi celebrato da Hordtio, nel terzo Uh. ™? deifiuoi ca r mi; all'oda fietfma : il leardo chiamato dal Ventano Arabo , m ò C B°ì & da Hierony mo Bdbo Affirioà confidato daLucretio Toeta, oxedicc. Luattio I l

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