GARZONI - La piazza universale - 1589

Plinio . •Czi T j A Z Z A Et nardi' harem nettar qui naribusha'.at. • . Altri hannopofio in pregiograndi/fimo il Trarci/fimo , il ISlicerobia- •no, l' Amaricino, il Par dolio, il Mirabolano', il Melino, il Cipriotto, il Telino, ilCinnamomo, la Mirrba,il Balfano , VAmonto i e 7>{apoli, e Capua ,eTbarfo ,e Cipro ,eCoo,e Atbene, e Sidone, e Alexandria, e "Pergamo, e la Siria, & l 'Egitto da quejìi tali unguenti riceuono fama grandiffima, & bonore immenfo. Benché oggidì l'ufo de'profumi attui fce aflai la profetane, & iprofefìori infìeme di queforte, vcdendofinon Regi e Imperatori andar, come già andavano anticamente, onti, &p fumati, ma le uìlìffme meretrici,® i sfrontati Ganimedi, che increto- no le chiome agui/à di femine, fanno i ricci politi, & /porgono le mot- hideguancie di mille profumi, per far correrei galauronial mele, che pur troppo presto s 'ingolfano entro al Samo, conperpetuainfamia & bonore di questo fecole vitupero/o. Anzi che oggidì s'è introdotto un' bufo ,cbe corrono tanto all'officine de' Giefuati, & de" Profumieri certi huomini di legno, & certe donne da fiafillo, quanto quelli che la natu ha illuflrati di bellezza di uolto,& d 'affetto leggìaàrìffimo, uolendo ogn carogna dar delna/onel zibetto, quafichefia una{regolad'incenfo,c«ntit nendofi a que fi tali odorar più prefio unmazjp d 'agli, ò difcalogne, c oc e ostare il nafoa profumi fi deli coti, & /ignorili. Ma, perche la ce putifce da furfante ,&fciagurato, io voglio ritirarmi dal ragionamen– to loro, e difiorrere alquanto degli altri prof efori,come è coftume mio. Annotarion e foprai l Ixxix. Di/cor . Cac a il mcfUcr o de gli unguentar i è da notar e quakhecof a in Aleflandi o d'A– ie'sandr o à cart e i j 4. D;E' M A E S T RI D ' H O R O L O G l. Difc .lxxx . L primo inuentore de gli Horologtj prefilo ai Greci, per te stimonio di Plinio nelfiecondo libro al capitolo ottuagtfim fiettimo , fu Anafifmene Mìlefto dificepolo d'Anafman- > àro,&dìTalete,& egli full primo , che moflrò ai Li cedemoniquella forte tTHorologio, che i Greci chiamano Scìotericon, instrumento che per via d'ombre fiolorì ci dimoflra l'bort: ma molto più tardi qui'Hi infrumenti fi videro in Roma, narrandoli pr detto nel fettimo libro al capitolo fe /jagefimo, che dodeci anni zi che Tirrho guerreggiafe co i Romani, al tempo di Lucio Tapir Curfor e, furono vi fi in Borni gli Horologi/ , quali Marco Garrone vuole, che inpublico fofer visti la prima Volta al tempo di Marco lerio Meffda & della guerra Cartaginefe , ne gli anni della fondano di Roma quattrocento fiettanta vno. E però chiara cofa che gli antich non haueuano l 'Horologio in quella forma che h abbiamo noi . Laondeil loro

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