GARZONI - La piazza universale - 1589

t4 D I S C O R S O Di più fanno le fcieze quefVhuom o limile alfilo fattor e Iddio , d 'infi Cicerone nitofapore, & intelligenz a ripieno . Colà che conobb e anco Cicero- ne,ondenelprim o denatura Deor«,diffe quell e parole. T ^ibilesl , per quod rnagii T>ys immortali* fimilemur,quàmptr ipfum fare. Eperò l ilùto Demoni o tentator e deprim i parenti,propof e la faenza , come A '& v c r a m m n r i t ^ i n e diuina alla gran madr e nofira dicendo . Sritis ficut l c Dij feientes bonum,& malum. Per quello anco Ariflotile nel duodec mo dell'Etilica affermò,che l'huom o per il faper e & intender efi con giunge a Dio, & alle foftanze feparate . Oltra di ciò li conferifeon o vn bene (labile, e per nefluno accident e di fortun a quali infi-parabil e da Valerio. elio.Quindi Biante Filoibfo vno de'fettefagg i della Grecia , eflendo Maflimo. (come nferifee Valerio Maffimo odagli inimici prefa lafila patria , e portand o fuori i fuoi Cittadini nelfuggir e tuttel e più predof e ipo - glie loro,efiorrat o da molti a far l'ideilo, riipofe molt o grauement e von quel notabildetto . Omniameamecumporto: riputand o egli cgn ' altra cola, faluo che lafcienza , e Her foggett a alla perdit a iminéte del - Boetio la fortuna . Però Boetio nel primo delle fue confolation i filofofiche dille: a quello propofito . Has faltemnullus potuit peruenire terrcr, 2^e nostrum comitesprofequerentur iter. Macro- EMicrobio nel fettimo libro de'fuo i faturnali , amplificand o la ftabi bio. Ift a delle fcienze,dill e quell'aureafentéza. Exifiimadi/ciplinai multai multts effe pecunijspraftantiores, ifla quide cito definunt, ilì& vero p tmntempmpermanent. feientiaenim folapeffcffio efl immortali*. Cef Benedett o Varchi Poeta de'noflr i temp i famofo,commendand o il fa pere d'Annibal Caro , conuenn e in vn medefim o dett o in que'uerfi Caro Annibal, che con fi vtil danni, Dispregiate vgualmente argento, & oro, Bramojo, e ricco d'un più beltheforo, Che non teme dal mondò ire, ne inganni. E quella fu la fentenzade l Dio de Filofofanti Platone,quando , Inte r rogat o quai beni acquifta rfi doueuan o à Figliuoli,quelli riipofe,ch e non temon o ne tempefta, n e uenti .n e inondation i di fiumi, ne forz S'iomo- ^uomin i • Talché ragioneuolment e congiunf e Salomon e ne'Pr o n e < uerbi j al terzo . Che Miglior est acquifttio eius acquifittone auri, & genti, & ipfa fola efl predo fior cUtlis opibm. Che rara preciofità è que la delle faenze illuminand o loro, ( come dice l'Angelico Dottor e ) S. Thoma l'intellett o fiumano,»purgado l'affett o della natia fenfualità,alla qua • l efi ageuohnent e ,per la deprauat a natur afi congiong e ì E Hie mo fanto lcriuend o a Ruftico, ifplicò il ualor delle faenze in quefi a patt e dicendo . Nunquam de manu tua, & oculìs tttis recedat Uber feientiam fcripturarum , & carnis vitia non amabis . Il medefim o affer– ma

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