GARZONI - La piazza universale - 1589

V ^ 1 V E tl^S jl L "E. (C 4 j gatì non fife meno di tre pernotta , 6" adduce a proposto Vauttorità di T "° Liuio,quàdo dice. Decernnn r Frecjoentcs, w C , Suipiciu s Practo r ti ev tx U10 ' fenar u nomi n t legarose ? l'eficpio di Quinto Cicerone,ilquale, anccn- do pretore in Afia,ne menò feto tre. nondimeno egli pctifa, che fecondo i riff>etti,& i bifogni,il fenato ne defiinajje ancora più fi come a Bruto, & a Caflio fcriue Cicerone effer flato accrefciuto il num (ro de legati:rt efio i iilicia procòfole n'kebbe feco il numero di quattro; et còfla chea Cneo Topeo perla legge Gabinia ne furono afjegnati die<i.Tyarra lift fio aut- tore ,cbe i prefidenti delle Provincie fi fecero eleggere. legati molte uol te a modo loro, & ciò ragioneuolmete per hauere in loro compagnia huo mini periti dell'arte militare, ne difiordi di volere, neli'am mini'siratio- ne delle prouincie:& di più narra,che, communicando i Trefiaeti d~ efse prouincie parte della lor poteflà,& imperio a quefli legati, quindi auen- ne ,cbe effi ufarono ifafci, & i littori, infegne de'Magi frati Rpn. ani, co– me attetta Marco Tullio di Verre , legato di Dolabellaprotonfilt ,in quelle parole . In Achiar o fnmpt u public o , & legaMcni s rcnir . e cum imperi o , & fecuribu s iruiTii s eft . & che quefli legati foffero come Vicarij de'Trefidenti, lo dimoflra il predetto Marco Tullio nel- l'orationeper Flacco,dicendo di Graudio Legato. Graii d us legatus , ad que m eftadirum.atT-tone m Ce daruru m nega i ir ,re iudicat a (tari often - dit piacere . <jr i medefimiin confermatione di ciò, fe per cafopartiuano iprefidenti delle prouincie inanri ai lorofiucccfforUeran lafiiati con l'iflef fa auttorità,& imperio ebaueuano effì. onde Cicerone in vita bpifìola ai Attico moftra,d'hauer lafciato nel partir della prouincia afiegnata a lui» pio fratello, eh'era legato, padrone del tutto . All'ultimo quefli legati baueuano auttorità ( come fcriue Marco nel primo libro.De te ir.ibrr- Marco." ri ) di tener ragione ne'campi, &• di cafligare i delitti defcldati, fecon– do il modo delta poteflà ch'era conceffa loro . Con qtufia forte di legati fi conformano hoggidì i Troueditori Veneti & poca differenza ci cade fra quelli , & quegli . Vi era poi un'altra firte di legati, che fi mandauano con ambafeiate ai Re firanieri, è a Republiihe an.ithe, onero 'mimiche, fecondo i bifogni, o per trattar negoti; di face, è tregua» òper intimar guerre ,ò oferuationi di capiteli , ò fa fi.r corfideroiio- ni,ò per dimandar foce orfi di genti, & di denari, etcì fi niti f liritr.ti d 'amicitia,& beneuolenza, operfnr fimili altre afe . Et qt if e Icga- tioni erano tal volta più e menofauorite, feconde the al frate f iac i uà d 'honorar quello, & quell'altro Re ;& di tal forte d'An. bafiietcri n'ha fritto un libretto Ermolao Barbaro huon.o in tuttelt ófiiplbe egre– giamente dotto,& erudito. L'iflefio modo degli antichi cfìeruanv heggi dì ancora tutti i Trecipi moderni, i quali nclTeleggere degli Art, bafei et tori loro » hanno qnefia confideratione di mandar le perfine più giaui, Ss a c di

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