GARZONI - La piazza universale - 1589
V Ti J V E H, s A L E. g 57 fifleßbfle quali bota bau figura rotonda,bora triangolare,® bora quadra taiquel fiafifoche co unfiol dito tnouer fi puo,®,fie co tutte le forze del cor po ti sforzi di mouerlo,egli ti fa fomma refiflenzatquell'elefante che intì deua la lìngua della patria doue era nato: colui ,che facedo fiacrificio à Gio ue Liceo, {ubilo chebbe gufato dell'interiora d'un fanciullo,fi trasformò incontinete nella forma d 'un lupo qucll 'bcrba chiamata Achemena , che fa tremar tutto un'cffercito , & volger le fpalle all'inimico: quel cerno, cb'ìntcdcua ilprecettorequàdo grecamele fauellavafdfonte Curio dedi– cato a Apolltnedovc ipefii vengono al zuffoto, & praticone le cofe c da veniredllago di F enere a Cìeropoli della Siria, dovei ptfci chiamati dai guardiani del tempio vengono ornati d 'oro,® co lufmghe jcalpir fi la- Jciano: &finalmete quell'altragroßa caflronaria delle formiche A fati- chele quali,effendo morte,fipelificono le vive.Di qveile, ® di molto più ßrauagäti cofe fano untatalogo ipellegrini,che,fe venißer di Cucagna,no potrebbeno allegarne dellepiv itottene delle piv eflretne di queflepcrche non mi par quafì niente, che lui le fimiegiochino a fcacco ; che il Re pri– gione dorma tre anni di lungo in un letto di cialdonicvcciti co un ffago di lucanigaperfuodiporto ;cbe ifigiamcorranoinboccacotttal fvon d 'una tromba ; che il ciel mandi per pioggia brodetto di capponi tutto l'anno; <he la terra produca i tartvffoli grandi,come la campagna di Verona; che le vacche del paefe faccian zjbetto,e mufehio a mefeper mefe;che i fumi <corran di manna,e qvai di lattequai di ribolla del continvo;che i monti in •cambio di neve fan carichi d'inucrno tvtti di ricotta; che da tutti i fonti fivifea in copia grandiffima butiro,® puina~,cbe tutte ic cofe habbian per tegole groffff me forme diformaggio Viacentino :cbei lastricati fiondila fogne e maccaroni compofii alla mofaica vagamente infieme, che le mura fianfabricatedipafiedagenua, e moftaccioli "Napolitani beniffmo a cori fra loro:che ipìttclli fianogroffiffimi filami alla findlirudbie di quei che producono Milano,eTarma;che le foglie de gli alberi fan fittole di carneuale.,da magiare a tutte l'horecheie peponc fi an große cerni la cu– ba del Duomo di Fiorenza;che le zucebefian lunghc,e Horte concia tot re degli afìnclli;che l'infialata fi venda a un batagino la campagna, che lo ro s'adopri a far tacconi da fitualUcite le caldarc bogliano a vn foffio d'rn puttino,piene di coturnici,®' diprzzpiii matinee fera;che cofctli tcpcfli- nogroffi come un tinazjp al tipo dell'estate; che la brina d 'inverno no fìa altro chegelad'ma di pie duo dì zampetti di por celi; che altro vento no fi seta fe no l'aura ffiìrata dalla bocca gratìofia della Regina di Vutagna ; ®" mille altre novcllecbe borano mifiutgo tutte in un drapello, come ttor- rei.Bafia che all'vltimo,havendo attizzato ìlfinno a tutti gli aficoltanti dopo le canzoni,® le fauole contate, fi pongono à dormire ancora loro.On » io parimente pofandefaccio filenfto a quefto mio fauolofo ragionameto. Tt An -
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