GARZONI - La piazza universale - 1589

66o V I U Z Z A un gra. flipeiio,dtcedogli che quefto noglielo dauano, perche egli leggefle mafiolamete perche taceffe.Saluflìo celebre oratore Romano fu odiofo alli foraflieri,® perfeguitatodafuo copagni no per altro rifletto, cheperque fio fio che egli mai no pigliano la pena in mano fe no per fcriuer cotra d quellì,ne mai apriua la bocca ,che per dir male di quefii altri. Li Lidii ( co– me friue Tlutarco)haueuano una inuiolabil legge,che toglìeuano la vita a gli infamatori,®- codennauano in Galeagli bomicidh di maniera che fra quefii barbari fi teneua per maggiore ecceffo l'infamare, che l'uccidere. Mennone capitano del Re Dario,metre un certo foldato detto Migno, un di liberamele detraheua aìl'honore d'jllefiddro,co un baila granemetc lo percoffe dicèdo. Io no ti meno co effo me alla guerra, perche tu dica ma dAleflairo,mafolamete,perche tu l'habbi a uìniere con l 'arme. Dal qua le efèpiofi caua quàto fa peffimo il peccato della detrattione, pofcia che a 0 , uno inimico nofioffre che fa detto male d'un'altr o fiuo inimico.Aca .rio Fi- lofofoMtrouaioft una uolta in un couito,doue maifciolfie unaparol 'a,inter rogato perche caufa taceße tàto,rifl>ofe,che il bel ragionare la naturalo dà,ma il fiaper conofcerfi in che tipo fi debba ragionare dallafola fauier- rra pro cede. La lingua appreßogli Egittii fu Hìeroglifico di Mercurio, per queßo,perche,efi?do Mercurio jopra le ficìe%e,uoleuanofignificare, che la lingua t'ha da adoperar fiaggiamete,e no temerariamete ,come l'ufano i de trattori.C'ò quefto fìgnificato Orfeo negli hinni chiamò Mercurio prono» datore della parolagli Elfei,cb'era un fetta fra gl'h ebrei principale; non fen^a mislerio comandavano ilfiletto a tutti quellUche difrcfeo entrava- no nella fola loro.I Pitagorici(come rifierificeHieronimo sato)per cinque anni imponevano il tacere àfiuoi incipìeti.Gli Egitii ( come narra Tlatone mi lib ro delle fue leggi ) dipingevano in ficola una lingua dìuifa perme^ da un cortello,uolèdo fignificare,che ilfiòuerch'io parlare foße rimoffo dal le labbra humane.Epimenide Tittore,eßedo partito di Rodi, & andatone in Jlfia dopo molto tepo ritornato,®* addimadato ,che dicefife almen q che cofa di nouo,che in quelpaefe haueße uìflo,diede quella notabile rifpo sia. Io andai due anni p il mare per ufarmi a patire* dieci me fletti in A fìa per imparare a dipingere,fei ne fludiaiin Grecia p coflumarmi a tate- re,® 1 uoi altri uolete, che bora mìaccupiinparole ,&in contanti noue ? Rhodiani io ui dìco,che uenìatealla mia c afa per coprarpitture, & non già per intender noueì7{pn fiponno contare i malUche nafcono amille* mille da quella lingua, &per queflo Efiopo colfiuogiudieio,doitendocope varp corninone delfiuopadrone lapeggior carne di beccarla, tolfie taltn- gua.OuidioToeta nelleMetamorfof la chiamò ueneno deWhuomodicUo Secondo Teclorafelle viuent, lingua eli fuffufiaueneno. lilofafo . Secondo Filofofo la chiamò un flagello, & un cafligodegli huominide Chitone , mondo ,benche anco fa un calìigoproprio ,come diceva Chilone Lace mone

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