GARZONI - La piazza universale - 1589

V 71 1 V E J*_ S A L E. 66 f fbprafcritto ridicolofo di fuori come fanno i bufoli di maflro Grillo d nighano,ma di malitia jiniftra di anìmccoporicdo alle uolte medicine mot tìfere ed ministrare una cofaper una altra* col me/cbiar ne i calici dalle beuade robba marcia,uecchia,ttentita,et frauda quanto dir fi pojfadaqua le alle uolte conofeono,®alle uolte ancora co di fonda ignoranza ban io coprala da Barbari Leuantini a buon mercato,per leuar fu bottega alla me gl 'io chefucceda.T^pn curano molte uolte difaper che [oipetto nelleJpecia rie fi rhroui, pur che faccino il fatto loromn fi fiano falfifìcate, contra- fittte,nfiutate* [affocate in nane* annegate in acqua* corrotte dalla uec tbierjra* non raccolte à tepo,®luogo debito.perche in ogni modo la una di altrui fi arrìfcbia,& fi pone a foto fenra pregiudicio loro. Che co fa fa a loro,fic l agarico è mafiebio, ®- perciò mortifero ìfe la coloquintida non è matura,®- perciò uccide!fic la cajfia è uecchia,® perciò di neffunafofian- 7a ?fe il rcubarbaro è feorza tarolata,®-perciò nonpnrgafcbe importa lo ro,fie ben non ban più che tanto dì notitia de i fcmplici . e non fi intendono a pena dei nomi? & fi ben Kdcolò daLonigo ha mcftr ato in un ampio uo- d f L o lume l'ignoranza di molti /pedali intorno a effìypur che file montagne di g 0 . AJfijìo* ful'alpidi Fiorenza* [i monte B.ddo diVcrona,raccolgano a be ne* male che uengad'clleboio per i parjida dragontea perglioppilati, la Centaurea per quei che fputan fatigliela mandragora per quei che non poffon dormire* la celidonia per far ueder con gli occhi dì Argo di là dai monti ai ciechitT^on fa calò appreffo a loro*be le fpecìe fan ueccbie* me fcolate con limatura di quadrello,ilpepe mefibìato con pane brustolilo, e gratugiatoàl zafrano fa compoflo co la curcumada caffia fila piena di (ite cine auguflane , il uiolebofìa melacelo cofi ordinatoà fìroppifian di mai– na quado uanno di bugloffa,g!i elettuari filano per la bottega falfificati da ogni parte.'Tsielle candele non fi fanno con faenza di porre Lupini , o fané infrante con l'oglìo incorporate nella cera, nei marzapani noci* auellane in luogo di amandorlcne i panifpeciari il piadotto in luogo di pan bianco , eia feorza di naranzp [ch'ietto in cablo dì confezione defiderata.Ma,per- che io no uoglio fare un catalogo dì tutte le magagnedt i/peciali ,Hon faci do io profeffìone di Aretino,ne di un Franco,mapiu presto di lodar che al tro eia furio della fua profeffione,io mi contentarò di hauer pafiato leggier mente i uitii communi all'arte loro,acciò le tre ffiade, e le tre corone* la pigna* l'angelo, e il moro,* la frena* il giglio , e il pomo d 'oro ,e il fio le* fimili altre Jpeciarie non mi faccino uurilafcio, come habbia bifogno di un falda dì canella, o di tre bezzi di mujìarda per difgratìa, e refìaran noi Trotbomedìcì auuertiti, che tocca più a loro, chea me a dannarci fpcccitli, facendo effi le uifìte alla teriacca,al mithridate,® al refio delle medicine c'hanno in bottega ogn'anno con tanta fottilczza » come sufia nelle città, & nelle terre bene infiìtuite,& regolate. & io fra tanto farò paffag-

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